Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
No Pfas sul piede di guerra contro la Regione: «Non c’è traccia del servizio di analisi del sangue»
Le associazioni No Pfas sul piede di guerra contro la Regione che sarebbe «incapace di adempiere a quanto essa stessa delibera». Lo sostengono, nero su bianco, in un comunicato in cui viene evidenziato come non sia stato fatto nulla di quello che era stato deliberato nella giunta veneta del 30 dicembre scorso. In quell’occasione era stato approvato il piano che prevedeva di autorizzare per i cittadini, tra i 9 e i 65 anni, residenti in aree limitrofe a quelle inserite nel piano regionale di sorveglianza sanitaria (l’area arancione) l’effettuazione volontaria dei dosaggi ematici di Pfas a pagamento nel laboratorio autorizzato di Arpav. Il tutto sarebbe stato realizzato entro 90 giorni. Un termine che la Regione si era data per avere «il tempo necessario all’adeguamento dei flussi informativi e alla definizione delle misure organizzative». Di giorni ne sono trascorsi più di 120, ma del servizio ancora non c’è traccia.
Questo ciò che viene lamentato dalle associazioni. La Regione, da parte sua, si riserva di fornire spiegazioni. «I medici di base interpellati dichiarano di non aver ricevuto alcuna istruzione – denunciano i cittadini - e al numero verde attivato dalla Regione per il piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta ai Pfas rispondono che non si sa ancora nulla». E ancora: «Quali considerazioni restano a chi vede una Regione in difficoltà per l’attivazione di un servizio pur essendosi presa un tempo così consistente? Oltre alla vergogna di non permettere a tutti i veneti di effettuare le analisi (nemmeno a pagamento) e a restringere questo diritto ai soli cittadini della zona arancione e rossa; oltre all’irrazionale limitazione delle analisi alla fascia di età 9-65, nonostante i Pfas rappresentino un fattore di rischio per tutti».