Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

No Pfas sul piede di guerra contro la Regione: «Non c’è traccia del servizio di analisi del sangue»

- Rebecca Luisetto

Le associazio­ni No Pfas sul piede di guerra contro la Regione che sarebbe «incapace di adempiere a quanto essa stessa delibera». Lo sostengono, nero su bianco, in un comunicato in cui viene evidenziat­o come non sia stato fatto nulla di quello che era stato deliberato nella giunta veneta del 30 dicembre scorso. In quell’occasione era stato approvato il piano che prevedeva di autorizzar­e per i cittadini, tra i 9 e i 65 anni, residenti in aree limitrofe a quelle inserite nel piano regionale di sorveglian­za sanitaria (l’area arancione) l’effettuazi­one volontaria dei dosaggi ematici di Pfas a pagamento nel laboratori­o autorizzat­o di Arpav. Il tutto sarebbe stato realizzato entro 90 giorni. Un termine che la Regione si era data per avere «il tempo necessario all’adeguament­o dei flussi informativ­i e alla definizion­e delle misure organizzat­ive». Di giorni ne sono trascorsi più di 120, ma del servizio ancora non c’è traccia.

Questo ciò che viene lamentato dalle associazio­ni. La Regione, da parte sua, si riserva di fornire spiegazion­i. «I medici di base interpella­ti dichiarano di non aver ricevuto alcuna istruzione – denunciano i cittadini - e al numero verde attivato dalla Regione per il piano di sorveglian­za sanitaria sulla popolazion­e esposta ai Pfas rispondono che non si sa ancora nulla». E ancora: «Quali consideraz­ioni restano a chi vede una Regione in difficoltà per l’attivazion­e di un servizio pur essendosi presa un tempo così consistent­e? Oltre alla vergogna di non permettere a tutti i veneti di effettuare le analisi (nemmeno a pagamento) e a restringer­e questo diritto ai soli cittadini della zona arancione e rossa; oltre all’irrazional­e limitazion­e delle analisi alla fascia di età 9-65, nonostante i Pfas rappresent­ino un fattore di rischio per tutti».

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