Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rame, ottone e ferro rubati nelle aziende, indagate sei persone
Quintali di rame, ottone, acciaio e ferro (260 almeno) nascosti in un capannone di San Giorgio in Bosco (Padova), rubati nelle aziende. Le indagini, ora concluse, della squadra mobile di Padova hanno individuato come responsabili del giro d’affari da oltre 100.000 euro sei persone, cinque delle quali rom e sinti, tutte accusate di furto, ricettazione e riciclaggio per almeno sette colpi commessi tra il novembre 2021 ed il luglio 2022, non solo nel Padovano, ma anche a Santorso, Schio e Mussolente. Il modus operandi della banda, stando alle indagini, era ben collaudato. I rom e sinti, spostandosi su un furgone, entravano di notte nelle aziende, forzandone i cancelli o le reti di recinzione, rubando poi il materiale in lavorazione. In particolare matasse di filo di ottone, bobine e cavi di rame, lamiere, ritagli di acciaio inox inossidabile e rottami ferrosi. Il provento dei furti veniva poi nascosto nel capannone a San Giorgio in Bosco, appartenente ad un uomo di 69 anni di Nove. Quest’ultimo acquistava dagli altri cinque il materiale, che poi pressava e rivendeva alle fonderie. Il capannone è stato posto sotto sequestro a luglio, quando è stato trovato con 13 quintali di materiale rubato a Mussolente. Erano stati poi sequestrati circa 68.000 euro nascosti nella legnaia. Il novese era stato quindi denunciato per gestione illecita dei rifiuti e, con lui, anche un bassanese di 28 anni. Durante le indagini era emerso un sito anche a San Michele di Bassano, dove erano cumulati rifiuti di vario genere.