Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
BaxialComune: ci servepiùspazio arischiosettecentopostidi lavoro
DallecaldaieallepompedicaloreperlenuovenormeUe. Pavan: questionedelicata
Archiviata nelle scorse settimane la proposta di tre aziende — Meb, Agb e Brunello — di realizzare un polo produttivo nell’area verde a sud di San Lazzaro, l’amministrazione si trova ora per le mani un’altra patata bollente: la richiesta di ampliamento di Baxi per non dover spostare le nuove linee di produzione all’estero, tagliando posti di lavoro a Bassano. L’azienda di via Trozzetti, che produce apparecchiature per il riscaldamento e fa parte di una multinazionale olandese, ha la necessità di allargarsi per esigenze di mercato, soprattutto in vista del blocco fissato dalla Ue nel 2029 sulla produzione di caldaie a gas e, di conseguenza, per procedere con la riconversione in altri sistemi.
Accanto allo stabilimento ci sarebbe il capannone dell’ex Iar Siltal, oggi di proprietà della Pengo che si è già dichiarata disponibile alla cessione. Un passaggio, quest’ultimo, vincolato dalla possibilità di Pengo di trasferirsi in un altro sito, che sarebbe proprio a San Lazzaro, a ridosso della superficie in cui Meb Agb e Brunello avevano proposto il loro progetto. Qui Pengo possiede un terreno di 140 mila metri quadrati sul quale da circa venticinque anni sta cercando di realizzare un proprio polo commerciale e logistico di circa 70 mila metri quadri, proposta subordinata ad una variante urbanistica finora sempre bocciata dalle diverse amministrazioni. Ora però c’è Baxi che preme sull’acceleratore.
Nei giorni scorsi, Alberto Favero, il direttore generale dell’azienda, ha inviato una mail al Comune nella quale torna a spingere per l’ampliamento che permetterebbe di continuare ad investire nella produzione, ricordando che, diversamente, si rischierebbe una riduzione dell’organico del personale aziendale, con ricadute anche sulle imprese fornitrici. Nella mail indica un taglio complessivo di almeno 700 lavoratori nell’arco di tre anni. Gli investimenti verrebbero infatti trasferiti in un’altra sede del gruppo di cui Baxi fa parte. Motivo per cui Favero chiede agli amministratori di dare una risposta in tempi brevi.
«L’accelerazione delle decisioni europee per il cambio di soluzioni tecnologiche impone che già dall’inizio del prossimo anno si inizi a produrre le pompe di calore in quanto nel 2026 si prevede che ci sia un cambio significativo nel mix da caldaie e pompe di calore — scrive Favero nella mail —. L’affiancamento delle due produzioni richiede la disponibilità di spazi ulteriori per poter gestire in parallelo la transizione tecnologica e continuare a servire i diversi mercati, ma soprattutto per tenere conto del maggiore ingombro che hanno le pompe di calore: il rapporto dei volumi con le caldaie murali è di circa 3 a 1».
«È una questione molto delicata — premette la sindaca Elena Pavan — per la quale contiamo di avviare presto un tavolo di confronto con Baxi e Pengo. Raccoglieremo le esigenze delle aziende con l’obiettivo di trovare un punto di incontro che dovrà essere equilibrato per tutti. In ballo ci sono risvolti importanti. Quando parliamo di posti di lavoro, l’asticella si alza per tutti — conclude Pavan — e lo sforzo deve essere comune».