Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Perde una parte dell’intestino sarà risarcito con 300mila euro
L’odissea di un 52enne: condannate l’Usl 7 e l’AziendaOspedaliera di Padova False vaccinazioni Le indagini prorogate fino ad agosto
Dopo un calvario passato attraverso dieci ricoveri e cinque interventi, arriva la condanna per i due ospedali veneti. Il tribunale ordinario di Vicenza ha condannato l ’ Us l 7 Pedemont ana e l’Azienda Ospedale-Università di Padova a un risarcimento di oltre 300 mila euro, di cui più di 230 mila a carico dell’azienda sanitaria vicentina, nei confronti del 52enne F.F. di Schio, che ha preferito mantenere l’anonimato.
La sentenza è arrivata in seguito a una vera e propria odissea durata tre anni alla fine della quale l’uomo, vittima di plurimi errori medici, oltre ad aver perso un cospicuo tratto di intestino sarà costretto per il resto della vita ad espletare i propri bisogni solidi in una sacca che gli fuoriesce dall’addome.
La vicenda ha avuto inizio nel maggio 2013 quando, a causa di un forte dolore addominale, F.F. si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso. Ricoverato e dimesso con una diagnosi di sospetta diverticolite, l’uomo ha atteso tre lunghi mesi per poter essere sottoposto a colonscopia. Il giorno dopo l’esame, a causa di altri fortissimi dolori, è stato nuovamente però ricoverato con diagnosi di perforazione dell’intestino.
Per un anno intero F.F è stato sottoposto a diversi interventi e continui trattamenti fino a quando ha deciso di rivolgersi ad un centro ospedaliero specialistico, la clinica chirurgica 1 dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova. Anche lì ha preso il via una nuova serie di ricoveri e interventi, fino all’ultima operazione, nel maggio del 2015, durante la quale l’uomo ha dovuto subire una colostomia terminale e definitiva, ovvero una apertura artificiale dell’intestino per deviare il flusso delle feci verso l’esterno, attraverso la parete addominale. F.F. si è infine rivolto allo studio Giesse, specialista in risarcimenti che ha reso nota la vicenda. «Avviata la ricostruzione di quanto accaduto - racconta Massimo Gottardo, responsabile della sede Giesse di Vicenza - sono subito emersi elementi che portavano a mettere in forte dubbio l’operato dei sanitari, ciò malgrado nessuna delle due strutture sanitarie coinvolte ha voluto ammettere le proprie responsabilità: non è stato nemmeno possibile avviare un dialogo per intavolare una trattativa».
Da qui è nata la decisione di instaurare un processo di cognizione, ovvero una particolare procedura che, in ambito civile, permette di accertare i presupposti per l’azione risarcitoria. «Si deve ritenere non adeguato e carente il management di quanto occorso a seguito del primo intervento chirurgico che, se trattato congruamente, avrebbe avuto con certezza minori conseguenze e con altissima probabilità si sarebbe risolto con la chiusura dell’ileostomia» si legge tra le conclusioni dei periti, nominati dal magistrato, riguardo l’operato dell’Usl 7, che hanno portato alla condanna da parte del giudice Eloisa Presenti. alcune considerazioni in merito all’utilizzo dei nuovi mezzi elettrici. «Negli ultimi tempi ci siamo resi conto di un aumento significativo dell’uso di monopattini elettrici, non solo dai minorenni ma anche dagli adulti. L’aspetto positivo è che sicuramente si utilizza di meno la macchina, si inquina di meno e c’è una minore congestione del traffico. Tuttavia soffriamo di un vuoto normativo, che non ci permette di capire dove possono e non possono transitare questi mezzi. Infatti c’è difficoltà a comprendere se sono idonei a passare per le strade, i marciapiedi o le piste ciclabili. Il mio augurio è che questa regolamentazione arrivi il prima possibile, così da riuscire a gestire il tutto al meglio».
Sono state prorogate fino ad inizio agosto le indagini preliminari per il caso dei falsi vaccini anti-Covid per ottenere il green pass. Lo ha deciso il giudice Matteo Mantovani su proposta del sostituto procuratore Gianni Pipeschi. Tra gli indagati la dottoressa Daniela Grillone Tecioiu, difesa dall’avvocato Fernando Cogolato, a cui si aggiungono altri medici, infermieri e personaggi noti come la cantante Madame, Francesca Calearo, tutelata dal legale Angelo Nanni. Tutto era partito circa un anno fa, quando l’Usl 8 Berica aveva segnalato una quantità sospetta di vaccinazioni somministrate nello studio di Vicenza della dottoressa Grillone Tecioiu, medico di base residente a Creazzo, specializzata in medicina estetica e ozonoterapia. Aveva creato sospetti anche il numero dei vaccini dell’ambulatorio di Fara Vicentino dove il dottor Erich Volker Goepel era medico di medicina generale. Quest’ultimo è difeso dagli avvocati Massimo Malipiero e Porzia Vasco. Entrambi furono arrestati, ma la misura era stata in seguito annullata perché non sarebbe esistito il pericolo della reiterazione del reato. Dall’Usl hanno ottenuto poi anche il permesso di poter tornare ad esercitare la professione. (r.l.)
Dieci interventi Tanti ne ha subiti l’uomo, cui venne diagnosticata una sospetta diverticolite
«Errori medici»
Il Tribunale di Vicenza ha dato ragione al paziente, che segnala danni permanenti