Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«L’Ipab resti un ente pubblico» sindacati contro la fondazione
Il C da( sfiduciato) e la proposta di accedere a fondi privati. Par tela raccolta firme
BASSANO Ha preso il via la raccolta firme promossa dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil per «salvare» le due case di riposo dell’Isacc. Nella postazione allestita in via Verci, ieri mattina, sono state circa 300 le persone che hanno aderito all’appello con cui i sindacati chiedono di mantenere la natura pubblica di Villa Serena e dello Sturm, l’incremento dell’organico del personale, ma anche di «cambiare conduzione e vertici dell’ente che hanno dimostrato incapacità gestionale».
Prosegue la vicenda che da mesi vede il cda dell’Isaac sotto attacco, sia per l’aumento delle rette a carico degli ospiti, sia per aver affidato ad un legale la valutazione di uno studio di fattibilità per costituire una fondazione che, stando a quanto più volte dichiarato dal presidente dell’Isacc, Clemente Peserico, permetterebbe un maggior margine di manovra e di poter accedere a contributi esterni, possibilità, questa, che non è consentita con l’attuale forma giuridica dell’ente che è un Ipab. Con l’approvazione del bilancio 2022, risultato con 3 mila euro di utili, Peserico sta meditando se lasciare l’incarico. «I conti sono in salute e ora valuto cosa fare», ha affermato. Negli ultimi mesi sono state diverse le verifiche degli organi competenti attuate nei confronti delle due case di riposo, ma pare non sia emerso nulla di fuori posto. «Di fatto il consiglio comunale ha già sfiduciato il cda: maggioranza e opposizione - hanno fatto notare i sindacati della funzione pubblica e dei pensionati. - Ci aspettiamo quindi un passo indietro da parte dei tre componenti rimasti – hanno insistito i rappresentanti dei lavoratori – ma anche della direzione. Soprattutto chiediamo che non si privatizzi l’ente: deve rimanere un bene pubblico».Nel caso in cui il presidente o i due consiglieri decidessero di lasciare l’incarico, le organizzazioni sindacali sono pronte a chiedere al sindaco
Elena Pavan, cui spetta le nomine, di scegliere un «mandato forte che garantisca il mantenimento della natura pubblica dell’Isacc, di rette adeguate, senza prevedere costi aggiuntivi per i servizi essenziali agli ospiti, come la fisioterapia, la logopedia». « Serve rilanciare l’ente – hanno aggiunto i sindacati – che deve dare una risposta ai bisogni di soggetti fragili, gli anziani, e alle loro famiglie. E’ inoltre necessaria un’organizzazione del lavoro e del servizio per rendere appetibile sia l’ingresso di nuovi ospiti che di nuovo personale.
I due ambiti sono strettamente legati per garantire un’assistenza adeguata agli ospiti e un funzionamento ottimale del servizio».I rappresentanti della funzione pubblica e dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, chiedono inoltre di essere coinvolti nelle decisioni, sia a livello comunale che regionale. «Finora siamo stati esclusi dal tavolo regionale, quando sarebbe opportuno ascoltare anche la voce dei lavoratori».