Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La battaglia delle associazioni «Stop a produzione e uso di Pfas»
La richiesta alla Camera. Piccoli: «Bisogna farlo per il bene dei figli di tutti»
Le associazioni No Pfas alla Camera per richiedere una legge che metta al bando di queste sostanze. La proposta è stata presentata ieri assieme al «Ban Pfas Manifesto» sottoscritto da Cgil Vicenza, Greenpeace Italia, Isde Italia, Italia Nostra Veneto, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, Pfas.land e Transform! Italia. I rappresentanti delle varie associazioni hanno esposto le loro ragioni in merito ad un’azione immediata per fermare la contaminazione da Pfas. Più volte durante la conferenza è stato ripetuto che non si tratta soltanto di un problema ambientale, ma anche sanitario e sociale. Una questione che non riguarda soltanto il Veneto, o le province di Vicenza, Padova e Verona, ma tutta l’Italia. I Pfas sono infatti inquinanti eterni che pervadono facilmente l’acqua, l’aria, i terreni e quindi i prodotti alimentari. In Europa, gli stati come i Paesi Bassi, la Danimarca, la Germania, la Svezia e la Norvegia hanno già presentato una proposta per la messa al bando dei composti perfluoroalchilici. L’Italia invece non ha ancora preso una posizione. L’aspetto sottolineato è stato quello dell’irreversibilità della contaminazione Pfas che ha già creato un’eredità, che si farà sentire anche sulle future generazioni.
Michela Piccoli, delle Mamme No Pfas, ha dichiarato: «L’acqua non ha né una destra né una sinistra. Davanti a me qui oggi ho solo delle mamme, dei papà, delle nonne e dei nonni. I Pfas sono una bomba ad orologeria e sono molto preoccupata. Nel sangue dei miei figli ci sono valori 11 volte superiori a quello che è detto il minimo consentito, anche se non ci dovrebbe esseè re un minimo. In natura queste molecole non esistono. Oggi non voglio parlare di combattere, ma di comunicare e di unirci. Oggi qui voglio delle risposte, voglio guardarvi in faccia perché siete il prolungamento di noi cittadini. Voi avete il dovere morale di portare avanti il bene per i nostri e per i vostri figli». Al suo intervento seguito quello della dottoressa Claudia Marcolungo, docente universitaria di diritto ambientale dell’università di Padova, che ha aiutato a redigere un documento che individua i capisaldi che una legge nazionale per vietare l’uso dei Pfas dovrebbe avere. Tra questi il divieto di produzione, impiego e commercializzazione delle sostanze, oltre ad un forte incentivo a dare risorse tecnologiche, economiche e umane nella gestione di questa contaminazione. Senza poi dimenticare un accenno alle pene severe che gli utilizzatori dovrebbero avere.
Intanto questa sera alle 20.30 nel centro diurno di Lonigo, in via Fiume 39, si terrà l’incontro «Cittadini e Pfas. Vite capovolte» dove saranno presenti diverse associazioni. Domani, al teatro Mattarello di Arzignano alle 20.45 verrà proiettato il docufilm «Pfas Lavoro Avvelenato. Formula di un disastro invisibile» realizzato da Gianni Poggi. In contemporanea ci sarà anche l’esposizione fotografica di Federico Bevilacqua. E oggi si torna in aula con la deposizione di Robert Bilott, l’avvocato statunitense che per primo ha affrontato un caso di contaminazione da Pfas delle acque contro il colosso industriale della DuPont.