Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La battaglia delle associazio­ni «Stop a produzione e uso di Pfas»

La richiesta alla Camera. Piccoli: «Bisogna farlo per il bene dei figli di tutti»

- Rebecca Luisetto

Le associazio­ni No Pfas alla Camera per richiedere una legge che metta al bando di queste sostanze. La proposta è stata presentata ieri assieme al «Ban Pfas Manifesto» sottoscrit­to da Cgil Vicenza, Greenpeace Italia, Isde Italia, Italia Nostra Veneto, Mamme No Pfas, Medicina Democratic­a, Pfas.land e Transform! Italia. I rappresent­anti delle varie associazio­ni hanno esposto le loro ragioni in merito ad un’azione immediata per fermare la contaminaz­ione da Pfas. Più volte durante la conferenza è stato ripetuto che non si tratta soltanto di un problema ambientale, ma anche sanitario e sociale. Una questione che non riguarda soltanto il Veneto, o le province di Vicenza, Padova e Verona, ma tutta l’Italia. I Pfas sono infatti inquinanti eterni che pervadono facilmente l’acqua, l’aria, i terreni e quindi i prodotti alimentari. In Europa, gli stati come i Paesi Bassi, la Danimarca, la Germania, la Svezia e la Norvegia hanno già presentato una proposta per la messa al bando dei composti perfluoroa­lchilici. L’Italia invece non ha ancora preso una posizione. L’aspetto sottolinea­to è stato quello dell’irreversib­ilità della contaminaz­ione Pfas che ha già creato un’eredità, che si farà sentire anche sulle future generazion­i.

Michela Piccoli, delle Mamme No Pfas, ha dichiarato: «L’acqua non ha né una destra né una sinistra. Davanti a me qui oggi ho solo delle mamme, dei papà, delle nonne e dei nonni. I Pfas sono una bomba ad orologeria e sono molto preoccupat­a. Nel sangue dei miei figli ci sono valori 11 volte superiori a quello che è detto il minimo consentito, anche se non ci dovrebbe esseè re un minimo. In natura queste molecole non esistono. Oggi non voglio parlare di combattere, ma di comunicare e di unirci. Oggi qui voglio delle risposte, voglio guardarvi in faccia perché siete il prolungame­nto di noi cittadini. Voi avete il dovere morale di portare avanti il bene per i nostri e per i vostri figli». Al suo intervento seguito quello della dottoressa Claudia Marcolungo, docente universita­ria di diritto ambientale dell’università di Padova, che ha aiutato a redigere un documento che individua i capisaldi che una legge nazionale per vietare l’uso dei Pfas dovrebbe avere. Tra questi il divieto di produzione, impiego e commercial­izzazione delle sostanze, oltre ad un forte incentivo a dare risorse tecnologic­he, economiche e umane nella gestione di questa contaminaz­ione. Senza poi dimenticar­e un accenno alle pene severe che gli utilizzato­ri dovrebbero avere.

Intanto questa sera alle 20.30 nel centro diurno di Lonigo, in via Fiume 39, si terrà l’incontro «Cittadini e Pfas. Vite capovolte» dove saranno presenti diverse associazio­ni. Domani, al teatro Mattarello di Arzignano alle 20.45 verrà proiettato il docufilm «Pfas Lavoro Avvelenato. Formula di un disastro invisibile» realizzato da Gianni Poggi. In contempora­nea ci sarà anche l’esposizion­e fotografic­a di Federico Bevilacqua. E oggi si torna in aula con la deposizion­e di Robert Bilott, l’avvocato statuniten­se che per primo ha affrontato un caso di contaminaz­ione da Pfas delle acque contro il colosso industrial­e della DuPont.

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Una delle manifestaz­ioni contro i Pfas davanti all’ex azienda chimica Miteni (era il 2018)
Protesta Una delle manifestaz­ioni contro i Pfas davanti all’ex azienda chimica Miteni (era il 2018)

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