Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Agsm-Aim sui dividendi duros contro in Cda
Agsm Aim, la frattura all’interno del consiglio di amministrazione esplode e offre un livello di gravità oltre ogni recente ricostruzione. «Appare evidente – si legge in un comunicato firmato dai tre componenti vicentini – la scelta del presidente del Cda e del consigliere delegato (entrambi designati da Verona, Ndr) di non condividere il principio di collegialità su cui si è definita la fusione tra i due soci, Vicenza e Verona, principio fondante che, se violato, impone ai rappresentanti del socio Comune di Vicenza di agire a tutela dei cittadini, veri proprietari di Agsm Aim e non, come sembra, considerato il particolare momento storico, una contesa politica che dovrebbe stare fuori da queste stanze». Parole durissime, quelle di Gianfranco Vivian, Fabio Sebastiano e Anna Massaro.
La genesi dell’uscita si rifà a una email inviata giovedì dal presidente Federico Testa ai sindaci di Vicenza Francesco Rucco (centrodestra) e di Verona Damiano Tommasi (centrosinistra). Email, così come quella «uscita» da Agsm Aim scritta dal consigliere delegato Stefano Quaglino agli stessi destinatari, diventata di pubblico dominio. Una email, quella di Testa che ha comunicato i dati di chiusura dell’esercizio 2022 «in modo del tutto arbitrario e contrariamente a quanto deciso nella seduta del Cda del 22 maggio in cui si era deciso che tale comunicazione venisse condivisa con il vice presidente Vivian», precisano i vicentini. Le due email, planate a Vicenza pressoché alla vigilia del ballottaggio, hanno ottenuto l’effetto prevedibile. Ossia offrire al centrosinistra guidato da Giacomo Possamai l’occasione di puntare il dito sul centrodestra di Rucco. La cui giunta, a differenza di quanto fatto a Verona, ha messo nel bilancio previsionale anche al quota parte dei 6 milioni di euro che potevano essere prelevati dalle riserve (456 milioni) per aggiungersi agli utili richiesti dai soci nell’Assemblea del 7 dicembre. Richiesta sui quali i soci hanno deliberato nella stessa occasione parimenti al Cda. La battaglia si è sviluppata quindi sul tecnicismo giuridico (la coerenza con i cosiddetti covenants bancari come pregiudiziale all’erogazione) usato per indicare o meno la disponibilità di risorse o l’erogazione degli utili. Tema sul quale sono intervenuti prima Testa e poi Quaglino seppur l’articolo 18 dello Statuto di Agsm Aim stabilisca che non siano i manager a stabilire gli utili ma i soci in assemblea di approvazione di bilancio. La cui bozza, per inciso, è stata deliberata lunedì dal Cda. Testa da parte sua ha fatto sapere ai Comuni soci che «l’importo da dividere è incrementabile di ulteriori euro 1.117 mila» arrivando così a 33.117.000. Quanto alla potenziale distribuzione di altri soldi, prelevandoli dalle riserve, Testa conferma che l’operazione non è possibile a causa degli accordi in atto con le banche alle quali « è necessario richiedere esplicita autorizzazione in deroga a quanto attualmente previsto».