Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Baxi ha chiesto di potersi ampliare il Comitato: lasciate libero il terreno
I dubbi di Aria: «È insostenibile che le imprese continuino ad acquistare terreni agricoli invece di zone già destinate alle industrie»
Per Aria (Associazione bassanese per il rispetto ambientale) «i conti non tornano» sulla vicenda Baxi-Pengo-San Lazzaro. «Non sono passati nemmeno 20 giorni dall’ultima Conferenza dei servizi sul futuro dell’area di San Lazzaro, conclusasi con un diniego alle nuove urbanizzazioni, e la questione è nuovamente aperta e sotto i riflettori cittadini – sottolinea il sodalizio - Per una bizzarra successione degli eventi, prima ancora della pronuncia degli organi tecnici su Rivabianca, l’area ad est della Roggia Rosà era già tornata ad essere protagonista». Il riferimento è alla necessità di ampliamento espressa nei giorni scorsi dall’azienda Baxi al Comune per poter avviare in tempi brevi una nuova linea di produzione; diversamente, l’azienda cittadina che fa parte di una multinazionale olandese, ha annunciato di dover rinunciare ad almeno 700 posti di lavoro in tre anni, tra la propria sede e le subfornitrici del territorio. La soluzione indicata da Baxi è quella di occupare il capannone confinante dell’ex Iar, oggi di proprietà della Pengo spa, che a sua volta dovrebbe trasferirsi in un nuovo polo da costruire su un’area verde di 140 mila metri quadrati, già in suo possesso, a San Lazzaro, vicina a quella dove altre tre aziende, Meb, Agb e Brunello, hanno appena ricevuto un diniego da Comune e Provincia alle richieste di costruirvi i rispettivi capannoni. Aria però non ci sta e si richiama alle alluvioni in Emilia Romagna sottolineando che «si affoga per una gestione sbagliata del territorio». Ricorda, inoltre, che negli ultimi 25 anni la richiesta di costruire un capannone nel lotto Pengo di San Lazzaro è stata presentata più volte, e sempre rifiutata. «Possibile che ora, dopo un ulteriore recente diniego e dopo che i danni di una cementificazione e gestione incontrollata su più fronti del terreno naturale venga avanzata ancora una tale pretesa e con toni prevaricanti verso la popolazione bassanese e nei confronti del Comune – fa sapere l’associazione - È sostenibile che imprese industriali continuino ad acquistare terreni agricoli invece di zone già destinate all’edificazione industrialecommerciale o edifici e aree da riqualificare o rigenerare in barba alle pianificazioni?».
Salvaguardia
«Non dimentichiamo l’Emilia. Si affoga per una gestione sbagliata del territorio»
Aria torna a ribadire la particolarità del terreno in quel punto «che raccoglie come una spugna l’acqua da scorrimento o precipitazione, la trattiene, la filtra e la cede più a sud tramite le falde e le risorgive. Inutile poi piangere o fare bilanci di fronte a disastri annunciati». E ancora. «Tutte le Conferenze dei servizi , anche quelle per l’ex-comparto Campagnolo, hanno evidenziato delle gravi criticità legate a quell’area di importante valore naturalisticoambientale » , prosegue Aria, chiedendo se l’amministrazione abbia già preso delle decisioni in merito alla vicenda Baxi-Pengo dal momento che il vicesindaco Andrea Zonta aveva accennato a possibili «compensazioni da parte delle aziende coinvolte». «Non ci risultano confronti o condivisioni sull’argomento, nè in commissione né in consiglio», fa notare Aria.