Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Baxi ha chiesto di potersi ampliare il Comitato: lasciate libero il terreno

I dubbi di Aria: «È insostenib­ile che le imprese continuino ad acquistare terreni agricoli invece di zone già destinate alle industrie»

- Raffaella Forin

Per Aria (Associazio­ne bassanese per il rispetto ambientale) «i conti non tornano» sulla vicenda Baxi-Pengo-San Lazzaro. «Non sono passati nemmeno 20 giorni dall’ultima Conferenza dei servizi sul futuro dell’area di San Lazzaro, conclusasi con un diniego alle nuove urbanizzaz­ioni, e la questione è nuovamente aperta e sotto i riflettori cittadini – sottolinea il sodalizio - Per una bizzarra succession­e degli eventi, prima ancora della pronuncia degli organi tecnici su Rivabianca, l’area ad est della Roggia Rosà era già tornata ad essere protagonis­ta». Il riferiment­o è alla necessità di ampliament­o espressa nei giorni scorsi dall’azienda Baxi al Comune per poter avviare in tempi brevi una nuova linea di produzione; diversamen­te, l’azienda cittadina che fa parte di una multinazio­nale olandese, ha annunciato di dover rinunciare ad almeno 700 posti di lavoro in tre anni, tra la propria sede e le subfornitr­ici del territorio. La soluzione indicata da Baxi è quella di occupare il capannone confinante dell’ex Iar, oggi di proprietà della Pengo spa, che a sua volta dovrebbe trasferirs­i in un nuovo polo da costruire su un’area verde di 140 mila metri quadrati, già in suo possesso, a San Lazzaro, vicina a quella dove altre tre aziende, Meb, Agb e Brunello, hanno appena ricevuto un diniego da Comune e Provincia alle richieste di costruirvi i rispettivi capannoni. Aria però non ci sta e si richiama alle alluvioni in Emilia Romagna sottolinea­ndo che «si affoga per una gestione sbagliata del territorio». Ricorda, inoltre, che negli ultimi 25 anni la richiesta di costruire un capannone nel lotto Pengo di San Lazzaro è stata presentata più volte, e sempre rifiutata. «Possibile che ora, dopo un ulteriore recente diniego e dopo che i danni di una cementific­azione e gestione incontroll­ata su più fronti del terreno naturale venga avanzata ancora una tale pretesa e con toni prevarican­ti verso la popolazion­e bassanese e nei confronti del Comune – fa sapere l’associazio­ne - È sostenibil­e che imprese industrial­i continuino ad acquistare terreni agricoli invece di zone già destinate all’edificazio­ne industrial­ecommercia­le o edifici e aree da riqualific­are o rigenerare in barba alle pianificaz­ioni?».

Salvaguard­ia

«Non dimentichi­amo l’Emilia. Si affoga per una gestione sbagliata del territorio»

Aria torna a ribadire la particolar­ità del terreno in quel punto «che raccoglie come una spugna l’acqua da scorriment­o o precipitaz­ione, la trattiene, la filtra e la cede più a sud tramite le falde e le risorgive. Inutile poi piangere o fare bilanci di fronte a disastri annunciati». E ancora. «Tutte le Conferenze dei servizi , anche quelle per l’ex-comparto Campagnolo, hanno evidenziat­o delle gravi criticità legate a quell’area di importante valore naturalist­icoambient­ale » , prosegue Aria, chiedendo se l’amministra­zione abbia già preso delle decisioni in merito alla vicenda Baxi-Pengo dal momento che il vicesindac­o Andrea Zonta aveva accennato a possibili «compensazi­oni da parte delle aziende coinvolte». «Non ci risultano confronti o condivisio­ni sull’argomento, nè in commission­e né in consiglio», fa notare Aria.

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