Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ok diRoma al «barcavelox» Multe subito dopo il voto
Il Ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini ieri ha emanato una direttiva sulle «zone 30, quelle aree comunali in cui viene imposto il limite di velocità dei 30 km orari. La specifica si inserisce evidentemente nella polemica con il sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha imposto nella sua città vaste aree in cui viene applicato un basso limite di velocità. Tuttavia la direttiva del ministro rischia di avere un impatto anche sulle «zone 30» nelle città venete.
Innanzitutto le strade che hanno il limite dei 30 all’ora devono avere alcune caratteristiche, il ministero le elenca: assenza di marciapiedi e flussi di passaggi pedonali importanti, anormali restringimenti delle sezioni stradali, pendenze elevate, centri storici con strade strette, frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili, pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose. Altri paletti: i Comuni devono fornire i «tassi di incidentalità monitorati almeno nell’ultimo triennio » , presenza di scuole, ospedali, aree verdi, esercizi commerciali, presenza di immobili storici o di aree residenziali. Infine, la direttiva prevede anche la possibilità di una zona 30 temporanea, per esigenze «legate a flussi turistici stagionali o eventi di carattere straordinario».
Premesso tutto questo, come incidono queste specifiche nei capoluoghi veneti? «A Padova seguiamo le linee guida del Codice della strada - spiega l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona- non abbiamo in programma di realizzare altre zone trenta
Alla fine dai tre emendamenti presentati ne è nato uno unico, con l’0k del governo. E così, dopo l’approvazione di ieri in commissione, quando nell’arco di 2-3 settimane arriverà il voto favorevole anche dell’aula i vigili potranno cominciare a staccare le prime multe. Ma la strada è spianata per la modifica al codice della strada che prevede il tutor – o «barcavelox», com’è stato ribattezzato – anche in laguna, finora sempre bocciato dai giudici. Ieri la IX commissione Trasporti della Camera ha approvato l’emendamento che riguarda le procedure e le strumentazioni per la verifica del rispetto dei limiti di velocità in laguna.
La richiesta che da anni viene fatta dal Comune di Venezia era confluita in tre proposte di Coraggio Italia, Lega e Forza Italia. Un insieme di forze che ha portato al testo approvato, che ora dovrà passare per il voto plenario, che punta a contrastare il moto ondoso e aumentare la sicurezza per chi naviga. L’obiettivo è arrivare a usare i sistemi MoMa e SiSa per rilevare la velocità delle barche e sanzionarle automaticamente. Questo potrà essere fatto già a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, «in via sperimentale per un periodo di 24 mesi» prima ancora dell’omologazione vera e propria, come prevede l’articolo 2 del testo.
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