Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Già 95 codici rossi dall’inizio dell’anno, nuova stanza protetta
Violenza di genere, in questura un’aula per le donne e i loro figli. Sallustio: casi in aumento, si segnala di più
nuova risposta per contrastare la violenza di genere. Dal primo gennaio di quest’anno, sono ben 95 i casi di codice rosso seguiti dalla questura di Vicenza. Un fenomeno in vertiginoso aumento, se si considera che dall’1 aprile 2022 al 31 marzo 2023 erano stati 55, e per dare una risposta alle numerose donne vittime di violenza ieri è stata inaugurata nella sede di via Mazzini un’aula dedicata alle audizioni, anche protette. Tra gli altri era presente anche il prefetto Salvatore Caccamo. «Questa stanza è una delle risposte che cerchiamo di dare all’odioso fenomeno della violenza di genere - spiega il questore Dario Sallustio - ed è il tentativo di evitare processi di vittimizzazione secondaria, ovvero che le donne possano avere problemi nel denunciare fatti di violenza. Spesso queste donne vengono qui a denunciare assieme ai figli, per cui abbiamo cercato di creare un ambiente che sia il più possibile confortevole e familiare». La stanza è stata suddivisa in due zone, una dedicata all’accoglienza della donna e l’altra dedicata ai bambini, con un tavolino, sedie, pennarelli, fogli per disegnare, libri e giocattoli. La nuova struttura verrà gestita da operatori specializzati della Divisione polizia anticrimine, della squadra mobile e dell’Upgsp (ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico). L’iniziativa si pone l’obiettivo di ottimizzare gli strumenti a tutela delle vittime, tra le quali spicca l’ammonimento. «Il numero sta crescendo - prosegue il questore - ma ciò non deve essere visto come un segnale negativo, anzi, significa una maggior consapevolezza da parte delle donne riguardo le possibilità che la legge mette loro a disposizione. Dal primo gennaio a oggi siamo a 39 ammonimenti, sia per stalking che per maltrattamenti in famiglia». La violenza sulle donne riguarda sempre di più anche i giovani, tanto che il Centro antiviolenza gestito da Donna Chiama Donna, una delle associazioni che hanno contribuito all’arredamento della stanza assieme a «Come un incantesimo» e Soroptmist,
ha istituito a partire dallo scorso venerdì uno sportello giovani. «Dopo il caso di Giulia Cecchettin sono aumentate le denunce da parte di ragazze - spiega la psichiatra Sonia Bardella, dirigente di Donna chiama Donna -, a volte accompagnate dalla madre, e abbiamo così deciso di istituire uno sportello apposito per
Caberlon)