Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ci sono Gazzelle eMotta ospiti speciali in luglio
La Foresta di Sherwood si arricchisce di due big della canzone d’autore indie italiana. Il festival di Sherwood, organizzato anche quest’anno nel park Nord dello stadio Euganeo di
Padova, vedrà come ospiti, il 4 luglio Gazzelle e il 12 luglio Motta (info www.sherwoodfestival.it). Gazzelle, che il 16 maggio terrà un concerto già sold out all’Arena di Verona, ha collezionato oltre un miliardo di stream, 24 dischi d’oro e 22 dischi di platino grazie ai suoi quattro album pubblicati, l’ultimo dei quali «Dentro» dello scorso anno.
Gianfranco Pancino nel suo laboratorio di ricerca all’Istituto Pasteur. Sotto, con Toni Negri a Parigi
Motta (nella foto, è un cantautore e compositore con all’attivo tre album in studio e uno dal vivo, centinaia di palchi calcati prima con i Criminal Jokers poi come solista, e diverse colonne sonore per documentari e film d’autore. A ottobre è uscito il suo nuovo album «La musica è finita» in cui sposta la lente dell’osservatore da sé agli altri. (Francesco Verni)
A mio parere questa definizione confonde e nasconde la realtà politica di quel periodo. Da una parte ci sono stati gli attentati fascisti, dall’altra l’accelerazione della lotta armata. Dal 1967 al 1977, però, l’Italia ha avuto vasti movimenti di contestazione sociale. Centinaia di migliaia di giovani, uomini e donne, scendevano nelle piazze con le loro speranze e slancio rivoluzionario. Celare quella primavera italiana sotto la definizione di “anni di piombo” è un falso storico. Io ho partecipato a quei movimenti, a Padova e a Porto Marghera e poi a Milano».
Si è mai considerato un terrorista?
«No! Questo termine non è mai stato usato neppure negli atti processuali, dove mi si accusava di “costituzione di banda armata e sovversione contro i poteri dello Stato”, mai di terrorismo. Penso che questa definizione, oggi ampiamente abusata, debba essere riservata a chi compie attentati che colpiscono la gente alla cieca, per indurre un clima di terrore, come sono stati la bomba alla Banca dell’Agricoltura a Milano, quelle sul treno Italicus e le altre stragi dette di Stato. Gli anni in cui venivo dipinto come terrorista ho sofferto molto».
E’ stato arrestato, costretto all’esilio e alla latitanza, ma ha anche portato avanti gli studi di medicina e la ricerca scientifica, fino a diventare direttore di ricerca all’Istituto Pasteur di Parigi.