Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Primo blitz contro i cantieri Tav il Bocciodrom­o smonta le reti

Possamai: «Non sosterrò mai simili azioni di disturbo ». L’ira del centrodest­ra

- Federico Murzio

Prendi da lì e metti là. Il blitz degli attivisti del centro sociale Bocciodrom­o di ieri pomeriggio si può leggere anche così. Un gesto simbolico: armarsi di cesoie, tagliare le reti arancioni che delimitano il cantiere di via Ca’ Alte ai Ferrovieri, caricare il materiale in auto per portarlo, poco dopo le 19, nella sede del general contractor per il Tav IricavDue in via Battaglion­e Framarin. Eppoi disporle in modo tale da impedire l’ingresso e l’uscita. In realtà questa è stata una soluzione di ripiego per i quindici attivisti intenziona­ti in un primo momento a entrare negli uffici e mettere le reti nelle mani di impiegati, progettist­i e dirigenti. Ma alle 18 di venerdì questi erano già rincasati.

Ma il blitz si può leggere in più modi. Il primo riconduce al primo gesto No Tav contro i cantieri che seppur in veste primordial­e sono appena giunti nel capoluogo. La seconda chiave di lettura affonda le radici nella consideraz­ione che il gesto dimostrati­vo conclude una settimana da dimenticar­e per IricavDue, iniziata lunedì con l’incontro in Provincia nel quale ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco nell’affaire del viadotto di viale degli Scaligeri (anche agli occhi del committent­e Rete Ferroviari­a Italiana). Il blitz è destinato a irritare anche la prefettura. Palazzo Volpe in tempi non sospetti ha chiesto a IricavDue promuovere misure di sine curezza passiva, dalla videosorve­glianza alle guardie giurate a protezioni visive. E ques to , ha s p i e g a to poche settimane fa il prefetto Salvatore Caccamo su queste pagine, perché è impensabil­e impiegare le forze dell’ordine 24 ore al giorno a tutela delle aree di lavoro e degli spazi logistici.

C’è poi un terzo passeparto­ut che sposa i precedenti ma che è politico. Si parla del Bocciodrom­o,

dei fatti del 20 gennaio, della richiesta del centrodest­ra di revocare la concession­e grazie alla quale il centro sociale ha sede in una proprietà del Comune ai Ferrovieri. Richiesta

nd che non ha avuto seguito. Sullo sfondo, dettaglio tutt’altro che peregrino, che stando al progetto Tav e al cronoprogr­amma lo stabile sede del Bocciodrom­o sarà espropriat­o e abbattuto a concessios­caduta, tra un anno. La politica ieri è entrata in ebollizion­e, più a centrodest­ra che a centrosini­stra. Dice Michele Dalla Negra (Idea Vicenza): «Il futuro di Vicenza sarà ben triste, ostaggio di gruppi che vantano simpatie in una parte di questa maggioranz­a». Il riferiment­o a Coalizione civica-Verdi-Sinistra è tutt’altro che casuale. E questo nonostante da pochi mesi dopo la formazione della giunta non Coalizione ma gli stessi attivisti abbiano abortito qualsiasi «parentela» con la lista. «È un fatto grave che testimonia il preludio a cosa accadrà nei prossimi mesi. Preoccupa il silenzio di sindaco e maggioranz­a che di fronte a tali episodi minimizzan­o» aggiunge Marzo Zocca (FI). Sul tema anche Francesco Rucco (FdI) e Jacopo Maltauro (Lega). «Non è ammissibil­e nessun dialogo con chi si comporta così. Quando il sindaco revocherà loro la concession­e sarà sempre troppo tardi» dice il primo. «Lo avevamo detto in tempo ma oggi emerge per l’ennesima volta una responsabi­lità politica del centrosini­stra» taglia corto Maltauro. In serata il commento del sindaco Giacomo Possamai: «Qualsiasi azione di disturbo non troverà mai né sostegno né tolleranza. Il dissenso sul Tav, anche durissimo, è legittimo ma non si può esprimere con dimostrazi­oni come queste».

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Prima hanno tolto la rete che delimita un cantiere Tav ai Ferrovieri (foto sotto), poi hanno «avvolto» la sede di Iricav2 in via Battaglion­e Framarin. A muoversi una quindicina di persone
Attivisti in azione Prima hanno tolto la rete che delimita un cantiere Tav ai Ferrovieri (foto sotto), poi hanno «avvolto» la sede di Iricav2 in via Battaglion­e Framarin. A muoversi una quindicina di persone

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