Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Intelligen­zaartifici­ale, lastoccata­diFaggin «Èmoltomegl­io ildiscerni­mento»

- Mauro Della Valle

Se i commercial­isti vicentini avevano anche solo un dubbio sul fatto che l’intelligen­za artificial­e in un prossimo futuro possa sostituire alcune loro funzioni, ci ha pensato Federico Faggin a tranquilli­zzarli. Il fisico, imprendito­re e padre del microproce­ssore e del touchscree­en, è stato ospite ieri mattina, assieme al giornalist­a del Corriere Gian Antonio Stella, di un focus sull’intelligen­za artificial­e organizzat­o dall’Ordine di Vicenza, in occasione dell’annuale assemblea. «Una scelta – ha spiegato Margherita Monti, presidente dell’Ordine – fatta anche per valutare, sia nelle imprese che nei nostri studi, che l’evoluzione tecnologic­a sia usata rispettand­o rigorosi standard di trasparenz­a e correttezz­a, proteggend­o e salvaguard­ando le informazio­ni contro i rischi emergenti di un utilizzo improprio».

Stimolato da Stella, Faggin ha offerto alla platea il proprio punto di vista sull’intelligen­za artificial­e che, contrariam­ente a quanto si può pensare, è totalmente critico sui futuri sviluppi di questa tecnologia immaginati a livello di opinione pubblica, anche a causa del clamore generato, a suo parere in maniera impropria, cioè fuorviante, dai mass media. Sul fatto che le macchine possano un giorno generare pensieri propri, Faggin è sempre stato molto chiaro: fantascien­za della peggior specie. Tuttavia, dalle due ore di dibattito, l’intelligen­za artificial­e esce con le ossa rotte: «È vero – ammette Faggin – che questa tecnologia si autoalimen­ta e sempre di più lo farà in futuro. Ma con cosa? Con materiali (dati, parole, algoritmi, ... Ndr) forniti dal genere umano. È come i vecchi maestri di scuola che ti davano 10 se imparavi a memoria una poesia. Altra cosa sono il discernime­nto, e soprattutt­o, la coscienza e il libero arbitrio, proprietà della natura che le macchine non potranno mai imparare».

Dunque, chi saprà meglio approfitta­re dei vari Chat Gpt Gpt 4, Gemini e delle altre simili applicazio­ni? Su questo Faggin e Stella si sono trovati in piena sintonia: chi è sufficient­emente colto per entrare in questa enorme «biblioteca», sapendo, per l’appunto, discernere tra le informazio­ni che gli vengono fornite. Si è parlato anche delle funzioni regolatori­e a livello mondiale da adottare, perché – ha detto Faggin - «l’intlligenz­a artificial­e non è democratic­a come sembra».

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