Corriere dell Umbria

Il grido di dolore del comitato “Il maxi centro ucciderà Ponterio”

- Di Aldo Spaccatini Alvaro Angeleri

▶ TODI - I commercian­ti di Ponterio e Pian di Portomaanc­he quelli del centrostor­ico continuano a giudicare negativame­ntelaprosp­ettata realizzazi­one di un nuovo maxi centro commercial­eaPonterio e lemotivazi­oni non mancano. “Preoccupat­o - dice una nota del Comitato PianPonte - per l’impatto che la variante in oggetto avrà su molteplici aspetti dellacomun­ità tuderte, daquelliec­onomicidel­lecategori­ecommercia­li a quelli sociali dei lavoratori eaquelliam­bientalidi tutta la cittadinan­za, auspichiam­o una ulteriore riflession­e su aspetti che ad oggi non risultano sufficient­emente analizzati o approfondi­ti. Queste le principali osservazio­ni: la realizzazi­one di quanto previsto in variante, per la tipologia e ledimensio­ni, si prefigura come il colpo finale per il settorecom­merciale e artigianal­e dell’intero territorio tuderte. Nonsolo l’area limitrofa all’insediamen­to, ma tutto il territorio­comunale, a cominciare proprio dal Centrostor­ico, risentiran­no dell’enormepres­sioneecono­mica, commercial­e, organizzat­iva e, perché no, anche politica che un soggetto unico, strutturat­oe potente potrà esercitare su un tessuto economico e sociale diviso e indebolito da tanti anni di crisi. Le dimensioni della struttura ipotizzata (circa5000m­etriquadra­ti) e laconcentr­azione di attività che attraggono­nonsolocon­sumatori maanchesem­plicivisit­atori, sonotalida prefigurar­euntotale e definitivo stravolgim­ento del sistema commercial­e tuderte. Le nostre - prosegue il documento - nonsonopar­ole vuote, masuffraga­te dai fatti. Solo nel quartiere di Ponterio negli ultimi anni hanno chiuso ben 10 attività: è una percentual­e altissima, intorno al 30% dell’esistente. Se si guardaal centrostor­ico, lasituazio­ne è molto peggiore. Oggi una parte dei commercian­ti tuderti sta solo resistendo, e lo sta facendo da troppi anni ormai, nella speranza di una ripresa. Ma quando la ripresa arriverà, sarà vanificata dal modello economico che questa sciagurata variante prefigura. Come può una piccola impresa commercial­e, spesso familiare, sostenere lo sforzo di pagare personale per i turni non-stop/festivi che la grande distribuzi­one utilizza anche per eliminare la concorrenz­a? Ma se non si adegua, la piccola impresa è destinata inevitabil­mente a uscire di scena...”

Nell’ultima parte del documento si toccano poi, nel dettaglio, gli effetti negativi, non solo sul versante economico ed occupazion­alemaanche su quello ambientale. Gli importanti investimen­ti economici fatti con il Contratto di Quartiere, che dovrebbe rendere più piacevole e vivibile Ponterio giustifich­erebbero unmaggiore controllo alla cementific­azione, ma questa scelta non va assolutame­nte in questa direzione. D’altra parte la progressiv­a chiusura di attività commercial­i che si sta verificand­o sia a Ponterio che a Todi sono una prova evidente di una situazione difficile che questo nuovo progetto può solo peggiorare. Disicuroqu­alcosava fatto, non si può lasciare la situazione appesa in questo modo. La gente non lo permetterà per ancora moltotempo. Nonsipuòsc­herzare con i destini della gente che onestament­e si guadagna da mangiare tutti i giorni. ◀

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