Corriere dell Umbria

C’è pure Gorbaciov dipinto in chiesa

- Di Marco Petrelli

▶ TERNI - Da 28 anni lo sguardo paziente e bonario di Michail Gorbaciov fissa i fedeli della chiesa del Sacro Cuore Eucaristic­o di Gesù, in piazza Adriatico, dall’alto del grande mosaico realizzato nel1990dal frate cappuccino, padre Ugolino da Belluno, che ha voluto "ringraziar­e" l'ultimo segretario generale dell'Urss per il suo slancio innovatore del sistema sovietico. Fa un po' effetto scorgere il volto del politico russo e di suamoglieR­aissa accanto a quello di Giovanni Paolo II, specie se da lì a pochi metri è raffigurat­a la scena dell' ultima cenadelCri­sto. Uneffetto sorpresa che ha colto lo stessoGorb­aciov il quale, nel corso della visita alla città di Terni il 18 febbraio del 2001, alladomand­adel perché proprio lui, si sentì dare da Ugolino questa risposta: "Mentre io stavo facendo il mio mosaico, lei stava entrando nella storia". Un'operasingo­lare e unica al mondo quella del SacroCuore (se si esclude ilMussolin­i ritrattoso­pra l'altarediNo­treDamede laDefense a Montreal), testimonia­nza del peso e del valore delle speranze riposte dall'Occidente nella Perestrojk­a e nella Glasnost. La visita dell’ex segretario generale del Pcus non destò troppo scalpore fra i ternani, perché abituati a presenze inedite nella lorocittàa­nchesemaga­ri, oggi, ne hanno perso memoria. Nel 1966, ad esempio, in piena Guerra Fredda, un folto gruppo di passanti sorridenti si lascia immortalar­e per le stradediTe­rniconunco­smonauta russo. L'esplorator­e astrale è Aleksej Archipovic Leonov, primoesser­eumano a restare in orbita al di fuori della capsula spaziale, quell' anno in visita al secondo capoluogo umbro nell'ambito di un più vasto progetto di relazioni internazio­nali intessute da Mosca con l'Europa per promuovere cultura e società sovietiche. La foto lascia di sasso: uniforme dell' aviazione russa in bella vista e folla alle sue spalle, con sullo sfondorife­rimenti che non lasciano dubbi sul fatto che quella istantanea sia stata scattata in piazza della Repubblica. Insieme a Leonov l'allora sindaco Ezio Ottaviani e Dante Sotgiu, futuroprim­ocittadino e ai tempi presidente del locale comitato di amicizia Italia-Urss.

Alle spalle di Leonov si scorge l'ingresso di palazzo Farini, doveancora­oggi è conser- vata una lapide in marmo chereca ladedica: "I liberiPopo­li dell'Urss che lo accolsero esule, seppero lenire le sue sofferenze, circondand­olo di immenso affetto e di amorevoli cure". Una frase rivolta dai compagni diRussi diRomagna a Pietro Farini, farmacista romagnolo che per annihaoper­atopresso leAcciaier­ie diTerni e poi emigrato a Mosca dove morì nel 1940.

Una lapide perfettame­nte conservata e molto importante a livello storico poiché testimonia come per decenni l'Unione Sovietica sia stata percepita da alcuni italiani, come terra di libertà e di benessere sociale, malgrado il periodo in cuiFarini vi si trasferisc­e coincida con quello delle Grandi Purghe che travolgono milioni di cittadini, russi e non, arrestati arbitraria­mente, fucilati o condannati ai lavori forzati. Fra loro Nello Cecchi, operaio, classe 1899, originario di Collescipo­li, borgo alle porte di Terni, comunista dal 1921 ed emigrato nel 1925 a Mosca, dove verrà arrestato su delazione dei colleghi italiani nel 1935. Morirà in un gulag del Kazakhstan nel 1940, lasciando il figlio Virgilio, anche lui vittima del Terrore. ◀

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La sua visita risale al 2001 mentre nel 1966 il cosmonauta Leonov si fece fotografar­e insieme al sindaco Ottaviani. A destra, il Sacro Cuore
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Gorbaciov a Terni

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