Corriere dell Umbria

La gente di Papiano punta i piedi

- Di Massimo Fraolo

▶ MARSCIANO-"Unaquestio­ne da affrontare a livello urbanistic­o e autorizzat­ivo. Perché secondo noi il Comunenonp­otrà concedere nessuna autorizzaz­ione all’azienda in questione". Quella dell’attività insalubre che potrebbe insediarsi a Papiano è una vicenda che sta generando polemiche, interrogat­ivi e aspetti da approfondi­re. Alcuniappa­rsi controvers­i sin dall’inizio. Almeno per L’Altra Marsciano, che sin dall’avvenuta concession­e, da parte del Comune, del permesso a costruire all’azienda Arkedil, che al momento determina la presenza nella zona industrial­e della frazione di un impianto mobile per la produzione di conglomera­ti bituminosi, ha espresso la volontà di vederci chiaro, evidenzian­do aspetti connessi al regolament­o urbanistic­o e alle autorizzaz­ioni. "Nel regolament­o urbanistic­o - si legge in una nota dell’ex capogruppo­consiliare­Federico Santi - sono posti limiti per ledistanze delle attività insalubri dai nuclei abitati. Visto che ormai è chiaro che la maggio- ranza non voglia definire in consiglio questo concetto (cosa si intende per nucleo abitato?), sarà difficile annullare l’autorizzaz­ione urbanistic­a già concessa". La questione delledista­nze è stata ancheog- getto del testo della petizione presentata dai cittadini di Papiano. Il nodo è anche quello delle autorizzaz­ioni. L’aziendahaa­vuto quella per insediare un impianto che però per iniziare a produrreha bisogno di quella ambientale. "Al di là del permesso a costruire - prosegueL’AltraMarsc­iano - ora è in ballo l’autorizzaz­ione dell’esercizio vero e proprio. In questa sede concorrono­i pareri degli enti preposti e il regola- mento per le attività insalubri. Che però all’articolo 4 non lascia scampo secondo noi a dubbi rispetto alle distanze che gli insediamen­ti di questo tipo ("per la conservazi­one e lavorazion­e di materie capaci di provocare lo sviluppo di odori sgradevoli") devono rispettare. Quindi il riferiment­o non è solo alle discipline insalubri (definizion­e che prevede eccezioni legislativ­e nazionali non previste nel regolament­o comunale), ma per qualunque insediamen­to capace di sviluppare odori sgradevoli. Risulta quindi impossibil­e l’autorizzaz­ione dell’impianto senza palesi violazioni di un chiaro regolament­o comunale votato all’unanimità. Amenocheno­nsi tentidi dimostrare nei 20 giorni di rinvio intercorsi dalla prima Conferenza dei servizi, che questa attività - conclude Santi - sia talmente ’green’ da sviluppare profumo di rose". ◀

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I cittadini si interrogan­o sul regolament­o urbanistic­o che disciplina i limiti per le distanze dalle attività insalubri
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Polemiche a Papiano

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