Addio al manoscritto su San Francesco
Cade l’accusa di ricettazione per un libraio toscano Il volume è di proprietà della Francia, contiene notizie inedite sul Poverello
▶ ASSISI - Il prezioso manoscritto del 1200 sulla vita di San Francesco d’Assisi resterà in Francia. Probabilmente per sempre. La possibilità di riportarlo in Patria è svanita dopo che il giudice del tribunaledi Sienaha chiuso la vicenda giudiziaria relativa ai passaggi dell'opera con un “non doversi procedere per estinzione del reato”. Lasentenza è stata pronunciata lo scorso 2 marzo e scagiona l'imputato, unantiquario diMontepulciano, dal reato di riciclaggio. Più che soddisfatto l’avvocato difensore Stefano Del Corto, del foro di Arezzo, per l’esito della vicenda giudiziaria.
Il manoscritto in questione consiste in una filza di 11 per 8 centimetri contenente scritti di più autori. In una di queste storie si parla della vita del poverello di Assisi ed è attribuita al religioso Tommaso da Celano. Uno scritto inedito, che peraltro rimette in discussione la biografia ufficiale di San Francesco perché narra di abitudini della vita quoti- diana del santo in contrasto con le versioni ufficiali. Ad esempio, si sostiene che Francesco vestiva un saio fatto di fibre naturali, oppure che avrebbe viaggiato molto meno di quanto raccontato da San Bonaventura. Tommaso da Celano è un frate minore, di una ventina d’anni più giovane di Francesco, e quindi le sue rivelazioni sarebberodaritenere piùcheattendibili. Del manoscritto si perdonole tracce nel 1260. Con la morte del religioso il libro sparisce dal convento che lo ospitava.
Sul finire degli anniNovanta, 1998-99, il manoscritto, nonsi sadopoquali e quantevicissitudini, approda nel negozio di un libraio di Montepulciano, lo stesso che poi è stato imputato di ricettazione. Lo acquista insieme ad altri 3000 volumi in stock da un collega di Porto Recanati. Il manoscritto resta nella bottega poliziana fino al 2011, data in cui, con regolare fattura, viene ceduto per 4mila euroadunantiquariodi Bologna. E qui starebbe il nodo della vicenda: l’acquirente chiede regolare nullaosta per la circolazione oltre confine del bene alla soprintendenzadiBologna. Nullaosta ottenuto senza sforzo e dunque l'opera inizia a viaggiare all' estero. Inizialmente viene ceduto ad una studiosa francese. “Il passaggio illecito sta proprio qui, - commenta l’avvocato Stefano Del Corto - perché gli esperti sannobeneche manoscritti e libri realizzati prima del 1550 non possono lasciare il Paese di provenienza”. Quindi ilmanoscrittonondoveva uscire dall'Italia e di fronte a questa ipotesi di illecito il giudice avrebbe potuto rinviare gli atti alla procura. Ma non lo ha fatto. Il libro medievale, dopo l’acquisizione francese, prende la strada dell' America, perchè venduto ad un collezionista Usa che dopo poco lo mette all’asta. Nel frattempo unostorico francesesi accorge dellavendita all'incanto tramite Inter- net e, consapevole del valore del bene, convince il ministero della cultura francese a partecipare all’asta per l’acquisto delmanoscritto. Il piccolo libro così torna in Francia per 60mila dollari e entra afar parte delpatrimoniodella Biblioteca nazionale, a Parigi. Concluso ilviaggio del reperto inizia la vicenda giudiziaria, perché un deputato di Forza Italia, originario diCelano(L’Aquila), Gianvincenzo Sforza, presenta denuncia di furto del bene dopo aver appreso delle sorti delmanoscrittosu Internet. Nella denuncia si specifica che il librosarebbestatorubato da convento di Valdevari a Celano dove dimorava frate Tommaso, autore dello scritto su Francesco. Il deputato stesso si dichiara vittima di furto aggravato. Partono le indagini del nucleo tutela opere d'arte e si ricostruisce a ritroso il viaggio delmanoscritto finoadarrivare all’antiquario poliziano su cui piomba l’accusa di ricettazione. Il resto è noto. Conclusione: ilmanoscrittooggi è proprietà della Francia grazie a una storia... tutta italiana! ◀