Nicole Orlando fa il tutto esaurito con “Vietato dire non ce la faccio”
▶ MARSCIANO - Nicole Orlando spacca davvero. La sala Gramsci della biblioteca Salvatorelli non ce l'ha fatta ad accogliere tutti quelli che avevano decisodi assistere alla presentazione del libro "Vietato dire non ce la faccio". Posti a sedere tutti occupati prima dell'inizio, i giovani karateca del maestro Rossano Rubicondi seduti a terra, piene le salette attigue con la sola possibilità di ascoltare, pieno l'atrio fino alla porta d'ingresso e diversa gente che non è potuta entrare. L'atleta paralimpica con la sindrome di Down ha fatto sorridere, ha fatto scendere qualche lacrima, ha fatto riflettere. Le pagine lette dalla bravissima Giulia Corradi hanno tracciato lo svolgersi delpomeriggio. Nicole ha raccontato i suoi primi anni di vita. Ladeterminazione dei suoi genitori che non si sono mai arresi, cercando tutto ciò che avrebbe potuto aiutare Nicole ad avere una vita degna di essere vissuta. Losportcome"medicina" importantissima. Il nuoto, la ginnastica artistica e la scoperta delle sue doti nell'atletica leggera. Laconsapevolezza del dover correre controvento, "grazie" al cromosoma numero 47. Nicole lo spiega così:"Nel nucleo di ogni nostra cellula ci sono 46 piccoli bastoncini, i cromoso- mi. Si possono anche dividere in 23 coppie, perché ogni cromosoma trova un suo simile. Ogni tanto, però, può capitare che nella coppia numero 21 ci sia un intruso, un cromosoma in più. Così, alla fine, si arriva a 47. Per questo la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Io ho uncromosomain piùed è come se dovessi correre per tutta la vita una gara di atletica controvento. Arrivo al traguardo ma impiego sempre un po' di tempo in più rispetto ai bambini che nascono senza alcun tipo di ostacolo: i normodotati". Nicole ha riso quando ha ripensato ai dispetti fatti a genitori e maestre. Dopo un iniziale no, ha accennato alle prime parole dellacanzone"Bananeelamponi", scatenando l'applauso dei presenti. Ha parlato dei quattroori aimondialidiatletica leggera in Sud Africa e gli occhi al cielo pieni di lacrime rivolti a nonna Fiorella. Lo stupore suo e dei suoi familiari quando la sera del 31 dicembre 2015 ha sentito il suo nome pronunciato dal presidente Mattarella. I tre mesi passati a Ballando con le stelle e i treori, i due argenti e ilbronzoalle prime"Olimpiadi". Alla fine è stata chiara:"Sono felice di quello che sono diventata. Perché è vero chesono diversamanonvorrei mai essere diversa da così". ◀