Nel destino delle cose Dal campo alla panchina Ale al via col 3-5-2
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Prima o poi doveva succedere. Era nel destino delle cose. Di una carriera da giocatore eternamente legata al Gubbio che in qualche modo sarebbe per forza di cose proseguita in panchina. Era scritto nel giorno stesso dell’addio, in quel giro di campo con la mano alzata a salutare i tifosi che rendevano omaggio al capitano.
Alessandro Sandreani al capezzale di una squadra sfiduciata, depressa, quasi demotivata. Ma tecnicamente non inferiore a molte altre. Al condottiero di tante battaglie il compito prima di tutto di restituire dignità e sicurezza al gruppo, poi quello di risistemare il disegno tattico della squadra. Che, nonè vero, sia cosa insignificante e di poco conto. Come non corrisponde al vero che sia solo un aspetto secondario, quasimarginale. Il monolitico e dogmatico 4-4-2 diPagliariha funzionato solo nel primo periodo della gestione dell’erede di Cornacchini, quando lo scrollone impartito dal tecnico maceratese aveva fatto breccia soprattutto dal punto di vista psicologico, ma alla lunga non ha pagato. Perché quando le caratteristiche del gruppo portano in direzione diversa ci puoi provarema alla fine se proprio non va, sono gli schemi che si devonoadattare almaterialeumanoenonviceversa.
Non a caso il Gubbio di Sandreani abbandonerà subito il 4-4-2 per sposare il 3-5-2 o qualche sua possibile variante. Più protezione a una difesa da sempre al centro di legittime critiche e centrocampo a 3 vista anche l’abbondanza di mezzale a disposizione. Davanti una punta al fianco di Marchi, con Casiraghi pronto a tornare alle origini della sua esperienza rossoblù, a centrocampo. Idee semplici e chiare, che in un contesto di affanno edifficoltà, possono risultarevincenti e riportare la giusta serenità inungruppoche, aldi làdidichiarazioni di facciata, mugugnava (in maniera più o meno latente) se non in tutti, certamente in alcuni elementi. Poi è chiaro, a questo punto della storia, gli alibi sono finiti e spetta ai giocatori tirare fuori tutto quello che hanno dentro. Perché, da questa situazione se ne esce con le migliorie tattiche, i giusti stimoli, masoprattutto con la rabbia e la determinazione di chi vuole davvero portare acasa il risultato. Equinonci sonosanti, sonoi giocatori che vanno in campo, loro gli attori principali nel bene e nel male.
Buon viaggio Ale, segui il tuo istinto e dai retta alle tue capacità. Vedrai, alla fine, ancora una volta vincerai! ◀