Corriere dell Umbria

Operaio muore asfissiato in casa

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▶ SANVENANZO

Lo hanno trovato a terra senza vita già da diverse ore, in una stanza vicina a quella dove, forse il giorno prima, si era sviluppato un incendio. Asfissia da monossido di carbonio è al momento considerat­a l’ipotesi più probabile per spiegare lamortedel­l’operaio agricolo di origine indiana il cui corpo è stato scoperto ieri pomeriggio dai vigili del fuoco e dai carabinier­i di Orvieto.

L’uomo, 42 anni, viveva in un angolo della montagna orvietana, per la precisione a Spante di San Venanzo, sul monte Peglia, in uno dei tanti casolari della zona. La persona per la quale faceva dei lavorettin­onvedendol­o arrivareav­evadatol’allarme, sospettand­o che fosse successo qualcosa. Quando ieri pomeriggio, intorno alle 17,30, i carabinier­i e i vigili del fuoco sono giunti sul posto, hanno notato subito le traccediun­incendio risalente a diverse ore prima (la casa era infatti fredda), con i resti di una termocoper­ta bruciacchi­ata e in un’altra stanza il corpo senza vita del poveretto, riverso a terra. Nonè ancora chiaro se l’uomo sia morto a seguito del malfunzion­amentodell­a termocoper­ta, che aveva preso fuoco, oppure sia stato colto da malore, e la coperta rimastain funzione, eraandata in fiamme provocando l’incendio.

Sarà adesso l’autopsia a chiarire cosa abbia provocato il decesso delquaran- taduenne, arrivatoda­ll’India per lavorare in Umbria e finito sulla montagnaor­vietana. Autopsiach­everrà eseguita nelle prossime ore. Per il momento il corpo del poveretto è stato portato all’ospedaledi­Pantalladi­Todi.

L’uomo viveva solo e quindi soltanto l’esame autoptico potrà ricostruir­e come e anche quando l’operaio ha trovato la morte.

Infatti secondo le testimonia­nze di chi è stato sul posto la casa era ormai fredda, quindi l’incendiodo­veva essersi sviluppato­diverse oreprimade­ll’arrivo dei soccorrito­ri, forse addirittur­a il giorno precedente.

Poche suppellett­ili all’interno dell’abitazione e così le fiamme si erano consumate una volta finita la combustion­e della coperta.

Sul corpo delpoveret­tononsono staticomun­quetrovati segni di bruciature, mentre lastanza vicina era completame­nteannerit­a dalfumo. Unamorte quindi che deve essere ancora chiarita.

A non molta distanza, a Montegabbi­one, poche settimane fa un’anziana era rimasta uccisa dalle fiammeche si erano sprigionat­e all’interno del suo appartamen­to.

Invece, diversi anni fa, nella zona tra Montegabbi­one e San Venanzo un uomo era caduto nel camino della sua casa ed era stato trovato oramai cadavere dai soccorrito­ri. ◀

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Vigili del fuoco all’opera in un incendio Una stanza del casolare andata in fiamme

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