Qualcuno volò sul nido del cuculo Carica emotiva e sociale a teatro
▶ PERUGIA
Martedì 3 aprile, alle 21, chiude in bellezza la Stagionedi Prosa delTeatro degli Illuminati di Città di Castello con Qualcuno volò sul nido del cuculo di DaleWasserman, nell' allestimento di successo diretto da Alessandro Gassmann, tratto dall' omonimo romanzo di Ken Kesey, la cui versione cinematografica di Miloš Forman e interpretata da Jack Nicholson è entrata di diritto nella storia del cinema.
Una messinscena elegante e contemporanea, appassionata, commovente e divertente, imperdibile per l'estetica dirompente e per la forte carica emotiva e sociale, con un cast diattori straordinario, DanieleRusso, Elisabetta Valgoi, Mauro Marino, Marco Cavicchioli, Giacomo Rosselli, Alfredo Angelici, Giulio Federico Janni, Daniele Marino, AntimoCasertano, Gilberto Gliozzi, Gabriele Granito, Giulia Merelli.
"Con Maurizio de Giovanni che ha curato l'adattamento del testo, abbiamodecisodi ambientare lavicenda in una clinica psichiatrica italiana nel 1982 - racconta Gassmann - tuttohainizioconl'arrivodiunnuovo paziente che deve essere "studiato" per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata. La sua spavalderia, la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti, porterà scompiglio e disordine ma allo stesso tempo la sua travolgente carica di umanità contagerà gli altri pazienti e cercherà di risvegliare in loro il diritto di esprimere liberamente le loro emozioni e i loro desideri. Ciro (il mio McMurphy) è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Daquelmomentosi renderàpaladino di una battaglia nei confronti di unsistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente ma riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno ad individuare qualcosa che continua ad es- ser loronegato: la speranzadi essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi."
Un testo che è una lezione d'impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all'interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuoePotere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell' uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere. ◀