Corriere dell Umbria

Finte serre fotovoltai­che in Sardegna per ottenere fondi pubblici Indagati anche due manager ternani, stop al sequestro dei beni

- A.Mo.

▶ TERNI LaCassazio­nehablocca­to il sequestrod­ei conti e dei beni dei 3 indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione al caso delle cosiddette finte serre fotovoltai­che in Sardegna. Una vicenda in cui, mesi fa, erano rimasti coinvolti oltre all’expresiden­te dell’associazio­ne industrial­idi Sassari Stefano Romeo Poddighe, anche due manager ternani: il presidente di TerniEnerg­ia Stefano Neri e l’amministra­tore esecutivo Paolo Allegretti. Le 3 società, finite sotto la lente della guardia di finanza, erano infatti riconducib­ili proprio a TerniEnerg­ia. L’inchiesta, partita da Parma, era poi approdata inSardegna­dove gli impianti fotovoltai­ci percepivan­oingenti finanziame­ntipubblic­i risultando, comepre- vede la legge, strumental­i all’attività agricola. Main realtà, secondo le risultanze accusatori­e, le serre sarde non erano legate ad alcun tipo di produzione agricola e si limitavano a produrre energia solare, poi rimborsata con cospicui finanziame­nti pubblici. Da qui sarebbe emersa l’ipotesi di truffa che aveva portato alla denuncia dei 3 imprendito­ri e al sequestro dei loro beni fino alla copertura dei fondi erogati dal gestore dei servizi elettrici che, secondo i pm, sarebbero stati ottenuti indebitame­nte. Si parla di 7 milioni di euroseques­trati dalle fiammegial­le tra Sassari, Milano e Terni. Gli inquirenti si erano messi inmoto un paio di anni fa, manon è stato facile ricostruir­e tutti i tasselli del sistema utilizzato dalle società.

Gli indagati, tramite i propri legali di fiducia, avevano fatto subito ricorso per bloccare il provvedime­nto, ma in prima istanza il tribunale del riesame di Parma lo aveva confermato in pieno. Si è dunque andati avanti fino alla Cassazione che invece ha deciso di recente per l’annullamen­to, rilevando un difetto di notifica.

Tutta la pratica è stata quindi rinviata al tribunale della città emiliana che ha competenza sulla vicenda in quanto uno dei tanti finanziame­nti pubblici era stato individuat­o dalla finanza proprio in un conto corrente bancario aperto a Parmada uno degli indagati. ◀

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Fiamme gialle Indagano sulla presunta truffa

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