Salvini: “Sono pronto”. E passa la palla al Movimento 5 stelle
Il leader della Lega però non condiziona alla sua presidenza la nascita del governo. In ballo c’è il fedelissimo Giancarlo Giorgetti
▶ ROMA- “Io sono pronto, la squadra è pronta. Ame interessa cambiare l’Italia e sono pronto a metterci la faccia e lavorare 24 ore su 24, ma non è o Salvini o la morte”. L’apertura del segretario della Lega (e leader del centrodestra) è chiara. Si può dialogare con i 5 Stelle e il loroleader Luigi DiMaio, i quali devonodecidere tra “rimanere a vita all’opposizione” o “assumersi delle reponsabilità” di governo. Salvini, da parte sua, potrebbe pure fare un passo di lato, concedendo qualcosa sul reddito di cittadinanza e, forse, lasciandoPalazzo Chigi ad un collega fedele e preparato sui dossier economici come GiancarloGiorgetti. Il capo del Carrocciohainmente“uncalendariodove mettere le leggi che ci interessano”, dallaFornero(daazzerare) alla “riduzione delle tasse” (il termine “flat tax” non è più così ricorrente). E ancora: nuove norme sulla legittima difesa e un nuovo corso sulla gestione dei flussi migratori. Magari pure una riforma costituzionale. Certo, “ci ha provato Renzi a colpi di maggioranza, con scelte che non ho condiviso”, sottolinea, aggiungendo che “serve maggioreattenzione ai territori, eavere parlamentari eletti che non cambino 25 partiti”. Salvini sogna un’Italia “federale e presidenziale”. Su tutto questo (e su una politica più filo-russa, che non espelle i diplomatici di Mosca), il leader della Lega potrebbe trovar sponda nelMovimento 5 Stelle? Inun’intervista alMessaggero, Salvini specifica che “con Di Maio non abbiamo mai parlato di governo”, ma “adesso cominceremo a farlo”. Poi al Consiglio comunale di Milano dichiara che il reddito di cittadinanza, “se fosse uno strumento per reintrodurre nelmondodel lavorochi oggi ne è uscito”, andrebbe bene. Sulla carta, la misura pentastellata punta proprio a questo: garantire sì un reddito ma offrendo un impiego e, dopo tre offerte rifiutate, il denaro non viene più erogato. Insomma, per il momento il clima sembra proprizio ad un’intesa giallo-verde: I cinquestelle “li conoscevo poco”, racconta Salviniaamargine del consigliocomunalemeneghino, aggiungendo:“L’inizio è stato positivo. Penso che anche loro conoscessero poco me e la Lega. Più che i Cinquestelle e la Lega, abbiano dato dimostrazione all’Italia che il Parlamentopuòmettersi d’accordoin fretta, perdendo poco tempo”. Sul fronte Pd, èMatteo Orfini la cartaa sorpresa per lavicepresidenza dellaCameradei deputati. Secondo quanto si apprende da fonti interne, il nome del presidente dem spunta a poche ore dalla nuova tornata di nomine istituzionali, che dovranno essere chiuse tra giovedì e venerdì prossimi, prima della pausa per le festività pasquali, ma soprattutto prima dell’inizio delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovogoverno. La scelta del Movimento 5 stelle di affidare la guida dell’as- semblea di Montecitorio a unodegli uomini chiave, come Roberto Fico, quasiimpone al primo
(e finora unico, almeno ufficialmente) partito di opposizione decisioni importanti come quella di schie- rargli contro, nell’ufficio di Presidenza, unodei dirigenti di peso del Nazareno. “Non è il momento di usare il fioretto”, sarebbe il ragionamento fatto ai piani nobili del Parti- to democratico, e Orfini ha tutte le caratteristiche, soprattutto politiche, per “duellare” con il presidente della Camera. Il discorso è diametralmente opposto, invece, al Senato, dove la posizione di forza del centrodestra rendela partitamenoaspra. EccoperchécomevicediMaria ElisabettaCasellati, in quota dem, dovrebbe essere eletta Anna Rossomando, che rappresenta una soluzione di “pacificazione” delle varie anime interne al partito, dopo che per il ruolo di capogruppo a Palazzo Madama sembra averla ormai spuntata Andrea Marcucci. ◀