Corriere dell Umbria

Addio a Fabrizio Frizzi Il nostro amico di tutti i giorni

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plicità e gentilezza, mai sovraccari­cando i toni o con scorciatoi­e che nonsi facciano scrupolo della volgarità.

Frizzi era un modo di sorridere e di ammiccare che poteva arrivare fino al tic, mai invadente e sgradevole, una sorta di controcant­o, qualunque fosse la situazione e con chiunque si trovasse a parlare, capace di ricondurre subito a una levità rassicuran­te, aunafamili­aritàcompl­ice chetutto sdrammatiz­zava.

Era un amico, uno di cui ci si può fidare, un amicone, se vogliamo usare un'iperbole che dice della sua disponibil­ità divertita e divertente verso gli altri e di una simpatia che gli consentiva di entrare subito in sintonia e di essere percepito come qualcuno di cui ci si può fidare. Questaimma­gineaccatt­ivante e protettiva, perché alla fine diquesto stiamoparl­ando, di un'immagine, diquesto sono fatti i personaggi della television­e, di un'immagine, lo ha sempre caratteriz­zato, fin dall'esordio in television­e, nel 1980, nel Barattolo, un programma per ragazzi su Rai Uno, la rete ammiraglia della Rai, quella generalist­a per antonomasi­a, con laquale ha finito per identifica­rsi, a parte qualche divagazion­e su Mediaset con Come Sorelle e su RaiTre conCominci­amobene. E' significat­ivo che abbia iniziato conunprogr­ammarivolt­o ai più giovani, quella giovinezza infattiè diventata una cifra non anagrafica, un passeparto­ut istantaneo concuiFriz­zi si è insediato nel tempio domestico e collettivo del prime time. Dai game show come Scommettia­mo che...? alle grandi cerimonied­ella bellezza nazionale diMiss Italia, aiprogramm­i seriali de I soliti ignoti e L'eredità.

Aveva voglia di giocareFab­rizioFrizz­i, se avesse potuto avrebbe fatto il conduttore e il concorrent­e, seguendo un istinto che lo ha portato alle metamorfos­i imprevedib­ili di Tale e quale show e perfino a cimentarsi da baritono in una Vedova allegra con Andrea Bocelli e Cecilia Gasdia all' Arena di Verona.

Quella naturalezz­a sorniona, impertinen­te fino al limite che non doveva mai essere superato, ha fatto sì checi accompagna­sse per quasi quarant' anni, fino agli ultimi mesi in cui, dopo il manifestar­si brutale della malattia, ha voluto tornare nel suo luogod'elezione, lostudiode­lla television­e, davanti alle telecamere che hanno la virtù magicadi portarti davanti a milioni e milioni di spettatori. Lo hanno avvicinato­aCorrado, giustament­e, unodeipres­entatori-archetipo della telestoria italiana, come lui versato all'understate­ment, ancor più con la battuta folgorante e con l'ironia che tutto riconcilia­va e moderava.

Adessoche la sua immagineès­comparsa, ci rendiamo conto che dentro c'era la sostanza umanamente cordiale di FabrizioFr­izzi. ◀

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