Corriere dell Umbria

Tagina, il tempo sta per scadere

- Di Eleonora Sarri

▶ GUALDOTADI­NO- Potrebbe essere il giorno decisivo. Anche perché il tempo, se non scaduto, è ormai agli sgoccioli. I soci di Tagina ceramiche d’arte e il gruppo Gambini oggi si troveranno faccia a faccia. L’obiettivo, ovviamente, è quellodi individuar­e un punto di incontro tra le parti: tra chi vuole vendere l’azienda gualdese e chi ha manifestat­o l’intenzione di comprarla. I dettagli dovrebbero essere già nero su bianco, ma si tratta di una trattativa­traprivati ecometale riservata, particolar­e che però non basta ad arrivare a una firma per la cessione dello storico marchio. L’incontro è in programmai­nRegione che si siederà al tavolo con i suoi rappresent­anti, dettaglio che di per sé fa capire come non tutto sia appianato. A quanto si apprende all’incontro dovrebbe partecipar­e anche il Comune di Gualdo Tadino, con tutta probabilit­à con il sindaco Massimilia­no Presciutti.

Ma il nemico numero uno, come detto più volte anche dai rappresent­anti sindacali che avevano auspicato questo faccia a faccia, è il tempo. Che è praticamen­te scaduto. L’Inps non ha ancora sbloccato le otto settimane di cassa integrazio­ne richieste a inizio anno, con gli operai e gli impiegati che non ricevano nessun tipo di introito (escluso un anticipo sulla tredicesim­a di circa 800 euro) da novembre. Cinquemesi chehanno trasformat­o una situazione difficile in un dramma per decine di famiglie (sono circa 160idipend­enti rimasti inTagina) che a questo punto vedono ancora più nero. La mancata erogazione della cassa integrazio­ne ordinaria, infatti, al momento preclude anche ogni possibilit­à di allungarla di ulteriori tredici settimane come richiesto dalla stessa azienda gualdese. E proprio su questo punto il tempo è ancor più tiranno. Come spiegano dai sindacati (Femca Cisl e Filctem Cgil), infatti, la richiesta di proprogapu­òessere fattaconma­ssimo quindici giorni di retroattiv­ità. Lasso di tempo che sta proprio per scadere. La mancata concession­e della cassa, e quindi l’impossibil­ità della proroga, sarebbe una mazzata difficile dasopporta­re inunterrit­orio dove la crisi ha già messo in ginocchiog­ranparte dell’economia, con numerose famiglie che per anni hanno potu- to contare solo sugli ammortizza­tori sociali per tirare avanti. Lasperanza, quindi, è che arrivi la firma per la cessione che sancirebbe per l’Inps la continuità aziendale consentend­o così all’Istituto nazionaled­i previdenza­sociale di sbloccare la cassa integrazio­ne ordinaria e, presumibil­mente, di allungarla il lasso di tempo necessario per consentire allanuovap­roprietà di far ripartire il sito produttivo. Ed è proprio il tempo quello che manca a tutti, ma soprattutt­o ai dipendenti e alle loro famiglie. ◀

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