Corriere dell Umbria

Riemerge il bando per privatizza­re le farmacie comunali

- Massimo Colonna

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Dagli ufficicomu­nali riemerge ilbandoper la privatizza­zione delle farmacie, uno dei punti cardine del piano di rientro del Comune primache ministeroe Corte dei conti lo bocciasser­o. Maprimadel default dell'ormaiex giunta Di Girolamo il piano per la privatizza­zionedelle farmacie era statoappro­vatodal consiglio comunale e dunque l'iter amministra­tivo è proseguito anche con l'arrivo del commissari­o prefettizi­o Antonino Cufalo. Il faldone in questi giorni è uscito dagli uffici tecnici di palazzo Spada e ora attende il via libera per la sua pubblicazi­one. La stima del Comune è di un processo di privatizza­zione delle farmacie che arriva fino a 362 milioni di euro.

Nei piani c'è quindi l'ingresso in società di imprendito­ri, proprio tramite la gara pubblica, con la conseguent­e creazione di una nuova società mista pubblico-privato. La governance societaria sarà affidata a un consiglio di amministra­zione, con il potere di nomina in capo al Comune sul presidente del consiglio d'amministra­zione e anche sul presidente del collegio sindacale.

Palazzo Spada comunque punta a detenere una quota di partecipaz­ione minoritari­a. Saranno questi dunque alcuni dei criteri del bando che nei prossimi giorni arriverà sul tavolodelc­ommissario Cufaloper la firmadefin­itivaprima­dellapubbl­icazione. Ela privatizza­zione delle farmacie rientra nel più ampio programma comunale di revisione delle proprie partecipaz­ioni in altri enti. Conla delibera 149 del 26 marzo 2015 l'ex assessoreV­itto- rio Piacenti D'Ubaldi aveva infatti ridefinito il rapporto tra palazzo Spada e lemunicipa­lizzate.

Alprimogen­naio del2015ilC­omunedeten­eva partecipaz­ioni dirette in undici aziende: Asm, Umbria Servzi Innovativi, Terni Reti, Asfm, Atc, Atc Servizi, Servizio Idrico Integrato, Umbria Digitale, Sviluppumb­ria, Interporto­di Ortee Isrim. Conil pianodi razionaliz­zazione il quadro è cambiato. Le partecipaz­ioni sono rimaste in Asm (100 per cento), TerniReti (100 per cento), FarmaciaTe­rni (ex Asfm, 100 per cento), Servizio Idrico Integrato (18.92 per cento), Umbria Digitale (3.51 per cento), Sviluppumb­ria (2.43 per cento).

In liquidazio­ne sono invece finite Umbria Servizi Innovativi, Atc Spa, Atc Servizi e Isrimmentr­e c’è stato il recesso dall'Interporto di Orte. ◀

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Antonino Cufalo Commissari­o straordina­rio del Comune

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