Riemerge il bando per privatizzare le farmacie comunali
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Dagli ufficicomunali riemerge ilbandoper la privatizzazione delle farmacie, uno dei punti cardine del piano di rientro del Comune primache ministeroe Corte dei conti lo bocciassero. Maprimadel default dell'ormaiex giunta Di Girolamo il piano per la privatizzazionedelle farmacie era statoapprovatodal consiglio comunale e dunque l'iter amministrativo è proseguito anche con l'arrivo del commissario prefettizio Antonino Cufalo. Il faldone in questi giorni è uscito dagli uffici tecnici di palazzo Spada e ora attende il via libera per la sua pubblicazione. La stima del Comune è di un processo di privatizzazione delle farmacie che arriva fino a 362 milioni di euro.
Nei piani c'è quindi l'ingresso in società di imprenditori, proprio tramite la gara pubblica, con la conseguente creazione di una nuova società mista pubblico-privato. La governance societaria sarà affidata a un consiglio di amministrazione, con il potere di nomina in capo al Comune sul presidente del consiglio d'amministrazione e anche sul presidente del collegio sindacale.
Palazzo Spada comunque punta a detenere una quota di partecipazione minoritaria. Saranno questi dunque alcuni dei criteri del bando che nei prossimi giorni arriverà sul tavolodelcommissario Cufaloper la firmadefinitivaprimadellapubblicazione. Ela privatizzazione delle farmacie rientra nel più ampio programma comunale di revisione delle proprie partecipazioni in altri enti. Conla delibera 149 del 26 marzo 2015 l'ex assessoreVitto- rio Piacenti D'Ubaldi aveva infatti ridefinito il rapporto tra palazzo Spada e lemunicipalizzate.
Alprimogennaio del2015ilComunedeteneva partecipazioni dirette in undici aziende: Asm, Umbria Servzi Innovativi, Terni Reti, Asfm, Atc, Atc Servizi, Servizio Idrico Integrato, Umbria Digitale, Sviluppumbria, Interportodi Ortee Isrim. Conil pianodi razionalizzazione il quadro è cambiato. Le partecipazioni sono rimaste in Asm (100 per cento), TerniReti (100 per cento), FarmaciaTerni (ex Asfm, 100 per cento), Servizio Idrico Integrato (18.92 per cento), Umbria Digitale (3.51 per cento), Sviluppumbria (2.43 per cento).
In liquidazione sono invece finite Umbria Servizi Innovativi, Atc Spa, Atc Servizi e Isrimmentre c’è stato il recesso dall'Interporto di Orte. ◀