Corriere dell Umbria

“La A è tutt’altra cosa”

Cabrini al Cenacolo di Assisi per un convegno ha parlato del club di Santopadre “Può vincere e raggiunger­e la massima serie, ma poi dovrà cambiare molte cose”

- di Michele Marzoli

▶ PERUGIA- “Perugianon fidarti, la serie B è difficile, ma la A è di un altro livello. Se vieni promossa, dovrai comunque rinforzart­i”. Parola di Antonio Cabrini, il Bell’Antonio, pluricampi­one d’Italia, d’Europa e del Mondo con la Juventus e con la Nazionale, intervista­to a margine di un incontro organizzat­o dalla Business Sales Academy, l’accademia di formazione del gruppo ESG89, nata per supportare le aziende umbre nel proprio sviluppo commercial­e, sia locale cheall’estero, con percorsi formativi di alto livello. Invitato alCenacolo di Assisi nella veste di coach, per raccontare la sua storia attraverso undici valori, undici parole vincenti per raggiunger­e risultati ed avere successo in campo e nella vita, Cabrini ha parlato di sé, dagli esordi nella Cremonese alla vittoria del Mundial '82. “Il primo contatto che ebbi conBoniper­ti, nel ritirodiVi­llar Perosa, fu quando andai a firmare il contratto. Io ero giovane, avevo diciotto anni. Laprima cosa chemi fece vedere fu una fotografia sulla sua scrivania. Mi chiese: “chi sono questi?”. “Sono quelli del Torino” risposi io. “Ecco vedi, se arriviamo dietro questi, noi non contiamo niente”. Morale: se alla Juventus arrivi secondo è come se arrivi ultimo”. “Alla Juventus contava la società: Agnelli, Boniperti, Trapattoni, Giuliano. L’Avvocatono­ninterveni­va nelle questioni tattiche e tecniche, ma era molto atten- to. Capiva tutte le situazioni. Faccio un esempio. Ogni quindici giorni, quando giocavamoi­n casa, venivaa salutarci a Villar Perosa in ritiro. Era un periodo in cui Tacconi non stava giocando bene. Lui lo sapeva e intervista­to daTuttospo­rt, disse “non sto rendendo bene perché mi manca molto Zoff” che l’annoprimae­ra statosuopr­eparatore dei portieri. In ritiro, l’Avvocato, che aveva letto l'intervista, gli fece "Tacconi! Ho letto le sue dichiarazi­oni sul giornale”. “Si, Avvocato - rispose lui - ho detto quelle cose, che sto rendendo poco, perché mi manca Zoff”. E Agnelli: “Ah le manca Zoff”. Tacconi: “Sì, sì”. Agnelli: “Sapesse a noi quanto manca!” come a dire: non prendertel­a mai con gli altri, tutto dipende da te. Passione, tenacia, talento sono state le cifre di Antonio Cabrini. Che ricorda le ragioni del silenzio stampaaiMo­ndiali '82 e quel maledettor­igore calciato alato nella finalissim­a, comunque vinta. Su Bearzot, “era uncommissa­rio tecnico, è stato il papà di tutti noi. Quando le cose andavano male, lui era unDonChisc­iotte, andava avanti e si prendeva la responsabi­lità”. EpoiTrapat­toni, il rivoluzion­ario Sacchi, “l’unico grande allenatore a non aver mai giocato a calcio”. Infine ilPerugia. Stuzzicato da noi, sul grande Perugia degli anni Settanta, ha raccolto alcuni flash. “Ero presente quando morì Curi. Era una bruttissim­a giornata, dalpuntodi­vistameteo­rologico, ricordo che diluviava e poi il fatto di vedere un tuo compagno, un atleta come Curi, lasciarsi andare, perché lo abbiamo proprio visto che si lasciava cadere e morire sul campo, è stata una disgrazia. Secondo me è stata una delle morti più tragiche nella storiadel calcio”. Masu quelPerugi­a la memoria si riaccen- de. “Ricordo delle sfide sempre molto tirate e poi il presidente D’Attoma, un presidente vulcanico che sicurament­e ha fatto molto per il calcio”. Cabrini, che ha lasciato lo scorso anno la panchina della Nazionalef­emminile, segue anche il torneo cadetto e ci dice: “Il Perugia si è rilanciato per i play off. Mi auguro che possa tornare l’entusiasmo che c’era ai miei tempi, quando ilPerugia giocava in A. E’ chiaro che il calcio è cambiato e bisogna stare attenti perché ci vuole poco per andare su di categoria peròpoidiv­entadiffic­ile rimanerci, quindi mi piacerebbe che il Perugia potesse crescere senza però pensare, come abbiamo visto in questi anni, in cui chi è stato promosso è poi spesso retrocesso, che salendo sia poi facile affrontare la serie maggiore. Una volta non era così, c’era più equilibrio trale squadrediB­e quelle di A. Oggiil divarioè netto. E’ difficile pensare che si possa affrontare laAconlasq­uadradiB, anchese quella squadraha vinto. Possonorim­anere alcuni giocatori che fanno gruppo, mapoi lasquadrad­eve essere rinforzata”. Daquel bianconero­diCabrini l’augurio ai Grifoni per una rapida risalita in A. ◀

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Al Cenacolo di Assisi Antonio Cabrini è intervenut­o nella veste di coach a supporto delle aziende umbre

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