Verso il passaggio di mano della Tagina Parola ai tecnici per la firma dell’accordo
▶ GUALDO TADINO - Sei lunghissime ore di faccia a faccia. In cui le parti, e questo è un dato certo, hanno ribadito le proprie rispettive volontà. Da unap arte is oc iTa gina con a capo delegazione il presidente Mario Mori coni, che hanno assicuratola propria volontà di vendere. Dall’altra i rappresentanti del gruppo Gambini di Sassuolo, con a capolostesso Giuliano Gambini, che hanno ribadito la volontà di voler comprare. I soci gualdesi sostanzialmente avrebbero accettato l’offerta di Gambini, ma restano da dirimere alcuni aspetti tecnici di non secondaria importanza. Seduti intorno al tavolo anche i tecnici della Regione Umbria e il sindaco Massimiliano Presciutti. Sei lunghissime ore, come detto, che si sono concluse con l’accordo di rivedersi a breve, nel girodipocheore, per continuare la trattativa su una cessioneche tieneconil fiatosospeso circa 160 lavoratori dello sta- bilimento di Gualdo Tadino. Così entro pochissimi giorni i tecnici delle parti, commercialisti, avvocati e consulenti, si ritroveranno per far proseguire la speranza ed evitare la chiusura della storica azienda di ceramiche gualdesi. Molti gli aspetti analizzati, anche se, a quanto sembra, uno tra i più importanti, fra quelli trattati, riguarda la cassa integrazione straordinaria.
Nonle otto settimane già richieste all’Inps e una eventuale proroga (in questo caso si tratta di cassa integrazione ordinaria), ma eventualmente altri 24 mesi concessi dal ministero del Lavoro. Un ulteriore ed indispensabile ammortizzatore sociale necessario in primi sa tutelare tutti i lavoratori attualmente impiegati dall’azienda. La tutela delle maestranze rimane un punto fondamentale, soprattutto per tutte le famiglie coinvolte nella vertenza e anche per la città, non in grado di poter far fronte a una ulteriore perdita di posti di lavoro.
Molto del futuro della Tagina quindi dipenderà dalla possibilità o me nodi poter usufruire di questi 24 mesi che permetterebbero all’azienda di riprendere il proprio ciclo produttivo. Il fatto che le parti si siano aggiornate a breve lascia aperto uno spiraglio, ma il tempo è sempre più il nemico numero uno. Anche marzo si è praticamente concluso senza che i dipendenti abbiano percepito né stipendio, né alcun tipo di ammortizzatore sociale.
Fatto che ovviamente rende drammatica la situazione dei lavoratori e delle loro famiglie,che si trovano in questa vicenda dal mese di novembre, se si escludono anticipi per qualche centinaia di euro. ◀