Joan torna a Perugia con le sue mamme
▶ PERUGIA (cri.cost.) Legge e giurisprudenza, in casi del genere, parlano chiaro: al piccolo Joan dovranno essere riconosciuti i diritti che gli spettano. Quelli fondamentali, all'identità e alla famiglia, di cui ogni minore dovrebbe godere. Anche quando i suoi genitori sono omosessuali.
Lo ha deciso con una sentenza il tribunale civile di Perugia in merito al ricorso presentato circa un anno fa da una coppia di donne perugine contro il Comune di Perugia che si era rifiutato di trascrivere l'atto di nascita del loro bambino, nato in Spagna grazie ad una particolare tecnica di fecondazione eterologa. Una trascrizione che ora dovrà essere integrale e che riconoscerà la genitorialità ad entrambe le mamme, ma soprattutto consentirà al bambino di ottenere i documenti necessari per lasciare la Spagna e tornare in Italia. Una notizia che le due donne hanno appreso solo ieri, dopo una lunga battaglia legale intrapresa con il sostegno di Omphalos e dell'avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lendford. "Ce l'abbiamo fatta, siamo felici - dicono le mamme di Joan - ci stiamo preparando a rientrare in Italia con il nostro piccolo e per festeggiare la Pasqua a Perugia insieme alle nostre famiglie e ad Omphalos, la nostra stella polare. Ma - tengono a far sa- pere - siamo soddisfatte solo a metà perché abbiamo dovuto aspettare ben quindici mesi per veder riconosciuti i diritti di un minore. Chi ha sbagliato dovrà pagare". Una sentenza che si allinea alla giurisprudenza nazionale, internazionale ed europea in materia e che non lascia spazio ad ulteriori polemiche dal retrogusto politico o puramente tradizionalista. "Il decreto si incentra sulla tutela preminente del bambino - spiega Riccardo Strappaghetti, responsabile dello sportello legale di Omphalos - sul suo diritto di vedersi riconosciuto lo status di figlio nei confronti delle sue mamme. Inoltre - sottolinea - punta l'attenzione sulla pluralità delle realtà familiari esistenti, che l'ordinamento non può esimersi dal tutelare. Abbiamo creduto nella magistratura - dice - auspichiamo una rapida trascrizione del certificato". Intanto sulle pagine social di Omphalos si legge "Abbiamo vinto! Bentornato a casa Joan", post che hanno ricevuto molte condivisioni. "È stata riconosciuta la bigenitorialità, che l'amministrazione comunale e il sindaco se ne facciano una ragione - dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos - la nostra associazione proseguirà la propria azione senza pa- ura e a testa alta, siamo dalla parte giusta della storia". Tra i vari punti del decreto si legge che "l'essere stato desiderato e poi generato da quel genitore e/o coppia di genitori è parte irriducibile dell'identità personale di ogni essere umano". L’amministrazione comunale in tarda serata, in una nota ha detto che “meraviglia e dispiace leggere i toni aspri ancora una volta utilizzati nei confronti dell'amministrazione da parte di Omphalos. Il Comune non ha in nessun modo operato con spirito discriminatorio come strumentalmente si vuol far passare, ma gli ufficiali di stato civile si sono attenuti alla normativa vigente e alle indicazioni espresse sia dalla prefettura che dal ministero dell'Interno, analogamente a quanto accaduto in tanti altri Comuni”.
In una nota la Lega esprime "solidarietà al sindaco Romizi per gli attacchi ricevuti e vicinanza al piccolo Joan costretto a crescere senza un papà per la scelta egoistica di due adulti che nulla ha a che vedere con i diritti civili": a dirlo il segretario per l'Umbria senatore Stefano Candiani e i parlamentari Lega, Simone Pillon, Luca Briziarelli, Virginio Caparvi, Donatella Tesei e Riccardo Augusto Marchetti che esprimono “disappunto nei confronti della sentenza”. ◀