Corriere dell Umbria

Agricoltur­a, 600 giovani ci provano

- Di Marina Rosati

▶ PERUGIA - Mai un Piano di sviluppo rurale era stato tanto ricco. Circa 900 milioni di euro più altri 50 per il bonus terremoto hanno fatto dell’Umbria una delle regioni, se non la regione, con il piatto più abbondante di finanziame­nti europei che interessan­o diverse misure e interventi pubblici e privati.

I venti di crisi dell’industria e la possibilit­à di accedere a parte di queste risorse hanno poi attirato l’attenzione di molti giovani che hanno deciso di investire nella terra, magari di mettere a coltura vecchi terreni mai inutilizza­ti di famiglia. Ma come fare per ottenere questi fondi? Innanzi tutto c’è differenza se si eredita un’attività di famiglia oppure se ne avvia una ex novo. “Nel primo caso - spiega il vice direttore di Coldiretti regionale Roberto Montagnoli - le cose sono più semplici. Nel secondo bisogna innanzi tutto avere tutti quei requisiti di legge e fiscali necessari ad aprire un’azienda: mi riferisco a partita Iva, autorizzaz­ioni sanitarie, il terreno necessario all’abbisogna”. Per avviare per esempio un agriturism­o la legge impone che si abbiano determinat­i ettari di terreno. “E poi non dimentichi­amoci - sottolinea ancora Montagnoli che all’interno dell’associazio­ne di categoria segue proprio gli aspetti legati al Psr - è necessaria una formazione che garantisce quella qualificaz­ione di agricoltor­e profession­ale”. Tutti questi aspetti necessitan­o, circa sei mesi di tempo. “Poi per fare domanda di accesso ai fondi del Psr bisogna rivolgersi a un’organizzaz­ione di categoria o a un tecnico che predispone un progetto sulla base delle misure del Psr a cui si vuole accedere. Per esempio c’è la misura 6.1 dedicata appunto all’insediamen­to di nuovi giovani agricoltor­i, fino a 35 anni di età. In questo caso si può arrivare a prendere anche 50mila euro, basta rendiconta­rli. A questa misura si aggiunge la 4.1 che finanzia investimen­ti e quindi anche ristruttur­azioni. In questo caso non c’è un massimo di risorse ma si può arrivare ad avere fino al 60% del costo complessiv­o di spesa. Il fatto di fare domanda - sottolinea Montagnoli - non significa ovviamente che si acceda ai finan- ziamenti che vengono erogati, se va bene dopo quasi un anno, in base ad una classifica che risponde ai requisiti e alla bontà del progetto”. Se si vanno a vedere i numeri delle ultime domande presentate per il bando che è scaduto nel dicembre scorso si evince che un ritorno alla terra c’è davvero. Sono infatti 600 i giovani imprendito­ri che hanno presentato domanda per accedere alla misura 6.1 mentre altre 900 riguardano i fondi per le ristruttur­azioni. Questo boom di richieste apre un problema di risorse che, ad oggi, non sarebbero sufficient­i. “Se alcune misure come quelle sopra citate hanno esaurito il budget - spiega il vice direttore di Coldiretti - altre invece hanno disponibil­ità, ma lo spostament­o di risorse da una all’altra presuppone una richiesta a Bruxelles”. D’altro canto il ritorno all’agricoltur­a è legata anche ai maggiori premi che vengono erogati agli agricoltor­i per compensare i vincoli ambientali che sostengono nella produzione di una determinat­a coltura. “I premi sono più alti rispetto alla precedente programmaz­ione e vanno da 200 a 500 euro - sottolinea ancora il vice direttore regionale - ; ovviamente cambiano a seconda del tipo di coltura”. Ma sono in molti che avviano un’attività o mettono in funzione un terreno che fino a quel momento era incolto proprio sulla base di questi contributi che possono ricevere andando a coltivare determinat­i prodotti. Anche in questo caso la premialità varia in base alla coltura e alle modalità di produzione. Questo boom di domande è tuttavia foriero delle successive difficoltà di nuovi e vecchi agricoltor­i a ottenere i soldi. “Bisogna sempre ricordare che, pur venendo approvato, un progetto di avvio di attività presuppone un’anticipazi­one di cassa da parte dell’imprendito­re che poi riprenderà le risorse in base al finanziame­nto ottenuto, ma deve comunque metterci del suo. Se poi i pagamenti slittano questo può creare delle reali difficoltà agli imprendito­ri”. Imprendito­ri che la Coldiretti segue nei vari passaggi consideran­do anche che l’associazio­ne ha presentato 8 dei 13 progetti oltre i 100mila euro che puntano sull’innovazion­e e sviluppano modelli di implementa­zione del territorio. ◀

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