Se il valore aggiunto cala quello del primo settore sale
▶ PERUGIA
A dimostrare l’andamento positivo del settore primario sono i dati. Quello agroalimentare è un comparto che contribuisce per il 5,2% all’economia della regione che vede attive nella filiera produttiva poco meno di 17.600 imprese, 1/5 del totale delle imprese attive in Regione. (In Italia la contribuzione dell’agroalimentare al Pil complessivo è invece del 3,9%: 1,2 punti in meno rispetto all'Umbria). In dettaglio, nel 2016 il valore aggiunto dell’agroalimentare umbro è stato di circa 1 miliardo di cui almeno la metà proveniente dall' attività produttiva agricola. Le aziende agricole attive nel comparto dell’agriturismo sono 1.271, di cui 413 con ristorazione e 1.110 con altre attività (equitazione, escursionismo, fattorie didattiche, ecc…). La natura anticiclica del settore ha attenuato l’impatto della crisi, così a fronte di un valore aggiunto dell’intera economia regionale diminuito del 16% tra il 2007 e il 2015, quello dell’agricoltura, nello stesso periodo, risulta aumentato del 1,2%. L’export guida la crescita del settore agroalimentare: le vendite all'estero sono aumentate infatti nell’ultimo decennio di circa il 70% con al primo posto il settore dei cereali/ortaggi con 165 milioni seguito dal comparto olio/grassi con 164 milioni (dati del 2016) e le prospettive del settore sono particolarmente positive. Questi aspetti e dati sono venuti fuori nell’ambito di un incontro a Todi presso l'Istituto Agrario Ciuffelli organizzato dal Collegio Periti Agrari dell'Umbria e da UniCredit. ◀