Corriere dell Umbria

Morta dopo la digiuno-terapia, il consulente del pm: decesso non causato da quella cura

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▶ PERUGIA

Non sarebbe stata la digiunoter­apia a uccidere una donna scomparsa lo scorso 6 giugno. Un decesso da cui era scaturita un’indagine nei confronti del professore Massimo Melelli Roia, a cui la donna, affetta da sclerosi multipla, si era rivolta. Il consulente nominato dal pm, Marco Di Pao- lo, ha depositato la sua relazione. Alla luce della stessa non ci sarebbe nesso causale tra la morte della signora e le cure a cui era stata sottoposta per un periodo, a base di agopuntara e digiunoter­apia. Unico appunto: il consulente comunque fa presente di non sposare quel genere di trattament­i, che non sono previsti dai pro- tocolli medici classici. L’associazio­ne causale fra digiunoter­apia e la malattia emorragica che colpì la cinquantas­ettenne, però, a suo avviso non si baserebbe su evidenze medico-scientific­he dimostrate.

Il professore Melelli Roia, difeso dall’avvocato Giacomo Chiuchini, ha appreso dei contenuti della relazione e ora ovviamente spera nell’archiviazi­one dell’indagine, che porrebbe le premesse per una piena riabilitaz­ione della sua immagine profession­ale.

A febbraio la Cassazione aveva rigettato il ricorso del pm contro il decreto del tribunale del riesame che aveva disposto il dissequest­ro dello studio del medico. ◀

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