Corriere dell Umbria

Il calcio piange “una persona vera”

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▶ MILANO - Ha fatto diventare grandi le squadre di provincia, ma è entrato nel cuore di tutti. Non solo in quello dei suoi club di appartenen­za, dalla Cremonese - dove tutto è iniziato - fino all’Atalanta e al Torino, dove ha ottenuto i migliori risultati in carriera. Il Mondo era apprezzato e ben voluto da tutti. “Il calcio perde un apprezzato profession­ista, il Toro piange un amico. Ciao Mondo, ci mancherai”, il semplice ma efficace ricordo della società granata, con cui il tecnico nato a Rivolta d’Adda il 9 marzo 1947 ha conquistat­o una Coppa Italia nel 1993 in finale contro la Roma. In quella squadra c’era un giovane portiere che si affacciava al grande calcio, Luca Marchegian­i. “Da un punto di vista sportivo gli devo tantissimo, il nostro è un rapporto che non si è mai interrotto. Gli volevo bene e sono convinto che anche lui ne voleva a tutti noi - ha assicurato l’attuale opinionist­a tv - La sedia alzata in segno di protesta? Credo che avesse la dote naturale di riuscire con un gesto, una frase e un comportame­nto a comunicare molto di più del gesto in sé. E’ una giornata triste”. È soprattutt­o all’ombra della Mole, città in cui ha allenato dal 1990 fino al 1994 e dal 1998 al 2000, che Mondonico ha lasciato un segno indelebile. Da Gianluigi Lentini (“è un dispiacere enorme, per me è stato molto importante, quasi come un papà”) fino a Pasquale Bruno (“una persona vera”), la personalit­à di Mondonico si è legata in maniera imprescind­ibile allo spirito granata. E tutto riconduce a quella celebre sedia alzata ad Amsterdam per un rigore non concesso nella finale di Coppa Uefa con l’Ajax. “Rappresent­a il tremendism­o granata - ha raccontato il presidente del Torino Urbano Cairo - Rappresent­a qualcosa di bello, di speciale, di romantico. Mondonico era una sorta di papà granata”. Un papà che ha fatto felice anche tanti figli all’Atalanta. “Se n’è andato un pezzo importante di storia atalantina, ma mai potrà essere dimenticat­o - sottolinea la Dea - In momenti come questo si fa sempre tanta fatica a trovare le parole, forse perché non ce ne sono. Ciao mister, ciao Mondo”. Tanti anche i messaggi di solidariet­à da parte degli altri colleghi allenatori. Dal “sei stato un grande” di Roberto Mancini fino al “una grande persona, un grande allenatore” di Eusebio Di Francesco. Walter Zenga poi ha voluto sottolinea­re come il Mondo abbia “convissuto con la malattia senza mai farla pesare a nessuno”. Sincero anche il ricordo dei suoi avversari sul campo. Dal Milan (“avversario vero e leale”) fino agli juventini Allegri e Marchisio. “Un esponente della scuola italiana, una grande persona che mancherà a tutto il nostro calcio”, il tweet dell’allenatore toscano. “Hai contribuit­o a rendere il derby una partita speciale - il sincero saluto del centrocamp­ista - Ciao mister”. ◀

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