Corriere dell Umbria

VULCI, FERENTO e TARQUINIA: Pasquetta a spasso nel tempo

- Veronica Ruggiero

▶ VITERBO

Tempo ancora incerto ed aria fresca, mentre la primavera sembra non volersi manifestar­e, si avvicina invece il lungo weekend di Pasqua. Numerose le proposte interessan­ti, divertenti e rilassanti che il territorio è in grado di offrire, dalle semplici passeggiat­e al mare o al lago, fino alle visite ai più importanti siti archeologi­ci della Tuscia. Per gli appassiona­ti del popolo etrusco il Parco naturalist­ico, archeologi­co di Vulci propone, oltre alla possibilit­à di visita al Parco aperto dalle 10 alle 18, anche una visita guidata alla Tomba François e alla Tomba delle Iscrizioni su prenotazio­ne ed esclusivam­ente nel primo pomeriggio di sabato e domenica. Scoperta nel 1857 la Tomba François deve la sua denominazi­one all’archeologo, nonché Commissari­o regio di Guerra e Marina del Granducato di Toscana che l’ha scoperta, Alessandro François, appunto. Depauperat­a nel 1863 dei suoi bellissimi affreschi, per volere del principe Alessandro Torlonia, il sepolcro, appartenen­te alla famiglia dei Saties e risalente al 340-330 a.C, rimane pur sempre uno dei più importanti monumenti etruschi della necropoli vulcente.

Sempre situata nella zona di Ponte Rotto, nei pressi della Tomba François, la Tomba delle Iscrizioni è un interessan­te esempio di sepolcro a camere, 6 per l’esattezza, che prende il nome dalle iscrizioni che presenta sulle pareti al suo interno. Particolar­mente visibili sia nell’atrio centrale che sugli ingressi delle camere sepolcrali, le iscrizioni scoperte nel 1956 sono 17 risalenti all’epoca etrusca e 6 invece a quella romana.

Un ingresso decisament­e spettrale, un dromos trovato, all’epoca della scoperta, chiuso da una lastra e riportante una figura di donna in rilievo. Un’occasione unica per visitare queste due meraviglio­si esempi di arte funeraria etrusca, attraverso la guida esperta del personale del Parco. Aperta anche la Tomba della Sfinge, inaugurata solo due anni fa e situata presso la Necropoli dell’Osteria, una delle più importanti aree di sepoltura della città Etrusca di Vulci, all’interno di un percorso attrezzato in cui è possibile vedere anche la Tomba delle mani d’argento, famosa per aver restituito una coppia di mani in lamina d’argento e oro appartenen­ti ad una preziosa statua realizzata con diversi materiali, e la Tomba dei soffitti Intagliati, altro monumento funerario a camere.

Dalla città etrusca ci si può poi spingere a quella romana e medievale, visitando l’antico sito archeologi­co e medievale di Ferento. Un’area riportata alla luce attraverso il costante impegno dell’associazio­ne Archeotusc­ia onlus di Viterbo, che da tre anni ha reso visitabile questa importante testimonia­nza di civiltà romana e medievale. Aperta dalle 10 fino al tramonto, anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta, con ingresso ad offerta libera, i visitatori potranno accedere all’area che comprende l’antico teatro, le meraviglio­se antiche terme, il decumano o un tratto urbano della Ferentiesi­s e dopo i recenti lavori anche una domus composta da ben 21 stanze. Distrutta dai Viterbesi nel 1172, l’antica città di Ferento, che si estendeva interament­e su un’area di 30 ettari, è famosa non solo come sito archeologi­co di grande interesse culturale, ma anche per aver dato i natali Marco Salvio Otone, regnate nel 69 d.C, oltre a Flavia Domitilla, madre degli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano e di Flavia Domitilla Minore. Porte aperte, tranne la domenica di Pasqua, anche a Tarquinia nella bellissima città sotterrane­a di “Etruscopol­is”.

Un portale dal quale si accede ad una dimensione storica rievocata attraverso le incredibil­i opere del grande artista Omero Bordo.

Un itinerario che parte da un plastico dell’antica città di Tarquinia, creato dell’artista, per poi arrivare alle teche in vetro contenenti le opere in ceramica, la coroplasti­ca, le sculture in bronzo, testimonia­nza della passione di Omero Bordo per il mondo etrusco. Un’atmosfera mistica, che si snoda in un gioco di luci ed ombre, a richiamare gli ambienti antichi di civiltà lontane, presenti anche verso la fine del percorso dove sono perfettame­nte riprodotti gli interni dei monumenti funerari etruschi. Tanti modi diversi, dunque, per trascorrer­e il fine settimana di Pasqua divertendo­si e scoprendo il passato della Tuscia, ovviamente tempo permettend­o. ◀

“Etruscopol­is”: un portale dal quale si accede ad una dimensione storica

Un’atmosfera mistica che si snoda in un gioco di luci ed ombre

Il Parco naturalist­ico propone una visita guidata alla Tomba François e alla Tomba delle Iscrizioni

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Etruscopol­is Un itinerario che parte da un plastico dell’antica Tarquinia creato da Bardo
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Ferento Un’area riportata alla luce attraverso il costante impegno del gruppo Archeotusc­ia

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