Corriere dell Umbria

Fedeli e turisti stranieri colpiti dalla spettacola­re via Crucis di Gubbio

- Di Euro Grilli

▶ GUBBIO - Il venerdì di Passione era iniziato ore prima con il giro delle vie della città di pietra dei confratell­i della “Venerabile Confratern­ita di Santa Croce della Foce”, vestiti con il sacco, armati di battistran­gole (strumenti in legno e ferro che provocano un suono di ferraglia) e con il teschio simboleggi­ante il Golgota ed i simboli della Passione. Poi all’imbrunire, sotto la pioggia e tra migliaia di cittadini e di turisti, alcuni giunti addirittur­a dalla Finlandia per fotografar­e e filmare l’antico rito eugubino, l’uscita da San Domenico (la chiesa originaria di Santa Croce è in ristruttur­azione) delle statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, pregevoli sculture lignee dell’artigianat­o locale portate a spalla. Dietro i due gruppi di cantori del Miserere (da alcuni anni la procession­e si è arricchita del coro delle Pie Donne) antichissi­mo canto popolare tramandato per tradizione orale, che risale alle Laudi della Confratern­ita dei Disciplina­ti umbri del 1200 e rappresent­a la “struggente” colonna sonora della procession­e del Cristo Morto. Quest’anno, per la prima volta, la procession­e è stata trasmessa per sette minuti in diretta Rai durante “Tg in piazza” con i contributi registrati del messaggio del Vescovo Luciano Paolucci Bedini, che per la prima volta ha presieduto i riti della Pasqua eugubina e pronunciat­o la sua prima omelia pasquale, di Paolo Salciarini della Confratern­ita di Santa Croce della Foce e dell'assessore alla cultura Augusto Ancillotti che ha parlato del rapporto delle "Tavole Eugubine" con la religiosit­à di Gubbio. La procession­e ha attraversa­to la città dove, in alcuni punti (Sant’Agostino, San Marziale), si sono accesi grandi fuochi. A sera il ritorno nella chiesa di San Domenico. ◀

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