Centrodestra in tilt su Terni
▶ Al tavolo nazionale dove erano riuniti i responsabili locali di Forza Italia (Maurizio Gasparri), Fratelli di Italia (Ignazio La Russa) e Lega (Giancarlo Giorgetti), non si è trovato alcun accordo sulla candidatura a sindaco per Terni. Il centrodestra è in tilt dopo il blitz di Matteo Salvini per impalmare l’avvocato Leonardo Latini senza concordare la mossa con gli altri alleati. La cosa sembra avere irritato parecchio uno dei leader di Forza Italia - Antonio Tajani, che si è messo di traverso. La palla ora passa ai responsabili umbri dei tre partuti che dovranno cercare un candidato di comune accordo e poi riferire ai responsabili nazionali cui spetterà l’ultima parola. Con questo caos interno riacquista qualche speranza il Pd e corre con il vento in poppa il Movimento 5 stelle. Entrambi non speravano in un favore dagli avversari così gratuito. Per altro anche in altri comuni come Brindisi e Viterbo il centrodestra sta offrendo la stessa prova di sè.
Per capire cosa sia il centrodestra varrebbe la pena farsi un giro per l'Italia a sentire cosa sta accadendo sulle amministrative del prossimo 10 giugno, di cui poco si parla ma quel poco divide assai. La coalizione che sta trattando per guidare il governo nazionale sul territorio ha vistose smagliature, e quasi ovunque fatica a trovare intese sui candidati sindaci. La difficoltà è apparsa plasticamente evidente ieri nella riunione dei responsabili enti locali dei vari partiti di centrodestra che si è tenuta a Roma e che ha visto protagonisti Maurizio Gasparri (Forza Italia), Ignazio La Russa (Fratelli di Italia) e Giancarlo Giorgetti (Lega). Tutti avevano parlato prima della riunione con i referenti locali, e si erano messi le mani nei capelli per la situazione che si stava creando. Alcuni dossier i tre hanno deciso di darli direttamente in mano alle organizzazioni territoriali dei loro partiti, come è accaduto per la Sicilia, dicendo che debbono sbro- gliarsela loro se c'è qualche di pancia ad esempio per le ventilate candidature di Salvo Pogliese a primo cittadino di Catania e del professore Dino Bramanti a sindaco di Messina. Nell'isola per il centrodestra il problema principale viene dalla Lega, che elettoralmente non è più così irrilevante, ma è restata fuori con coda polemica dalla giunta regionale di centrodestra guidata da Nel- lo Musumeci e cerca vendetta. "Dovete sbrogliarvela voi siciliani", ha spiegato il trio lavandosene platealmente le mani. Poi qualche accordo è stato pure trovato, e nei prossimi giorni verranno presentate ufficialmente tutte le candidature delle città del Nord e molte del centrosud. In cinque casi però la fumata bianca non c'è proprio stata: Vicenza, Terni, Viterbo, Teramo e Brindisi e gli alleati risultano spaccatissimi. Qualche chance di metterci una pezza ieri durante la riunione è emersa per Vicenza e Teramo (nella cittadina veneta proprio ieri Forza Italia ha ritirato la candidatura di Fabio Mantovani, senza però accettare quella di Francesco Rucco su cui spingono liste civiche e la Lega).
Ma su Brindisi, Viterbo e Terni è proprio muro contro muro. E in tutti e tre i casi il problema viene da Matteo Salvini che ha bruciato gli alleati sul tempo lanciando direttamente (a Brindisi e Terni) o indirettamente (a Viterbo) il proprio candidato sindaco. In tutti e tre i casi senza parlare prima con gli alleati e nonostante candidature alternative di Forza Italia e talvolta Fratelli di Italia. A Terni Salvini ha lanciato in piazza salendo su un predellino improvvisato la candidatura dell'avvocato Le- onardo Latini, che non piace né a Forza Italia né a Fratelli di Italia. Per il momento la querelle è stata girata agli esponenti umbri dei tre partiti, che in ogni caso dovranno tornare a riferire al tavolo nazionale per cercare di superare una opposizione netta alla candidatura Latini che in questo momento viene da Antonio Tajani. A Viterbo gli esponenti della Lega sul territorio hanno lanciato la candidatura a sindaco di Alessandro Usai, giornalista Mediaset attualmente impegnato a Matrix in maniera molto tranchant: "prendere o lasciare". Ieri Giorgetti ha sostenuto al tavolo che non esiste questo irrigidimento della Lega sul nome e che il cintrasto sarebbe stato inventato dalla stampa perché Salvini del caso non era stato ancora investito. Gasparri che fa politica anche in quella zona ha espresso la sua perplessità sul candidato "che è bravissima persona, ma del tutto sconosciuta ai viterbesi": Ha raccontato pure di avere ricevuto una telefonata di Usai, al termine della quale però non ha cambiato idea sui rischi della candidatura, ric o rd a n d o come già nella precedente tornata di amministrative sia stato presentato in una città del sud un bravo giornalista poco conosciuto in loco: il centrodestra ha ottenuto il 55% dei consensi, ma il candidato sindaco ha perso, prendendo quasi dieci punti meno della coalizione. Ultimo caso in cui il centrodestra è divisissimo, quello di Brindisi. Anche qui il guaio l'ha creato Salvini qualche giorno prima di andare a Terni. A Bari il leader della Lega ha impalmato come candidato sindaco l'avvocato Massimo Ciullo, presentandoli a tutti in un video dove perentoriamente diceva: "Ci vediamo presto per cambiare la città con Massimo Ciullo. Altre ipotesi non ce ne sono. Coraggio, onestà, idee chiare, futuro per Brindisi". Sotto il video compariva il simbolo della Lega, alcuni simboli di liste civiche, quello di Noi con l'Italia e quello di Fratelli di Italia. I seguaci della Meloni però a Brindisi sono divisi in due fazioni, e uno dei loro dirigenti ha partecipato a una riunione con Forza Italia e altri centristi al termine della quale è stato lanciato come candidato Roberto Cavalera. Al momento è ancora muro contro muro.