Arrestato camorrista a Orvieto
▶ ORVIETO - Quando, alle prime luci di ieri mattina, i carabinieri hanno fatto irruzione all'interno dell'appartamento ai piedi della Rupe dove dormiva, non ha opposto alcuna resistenza. Da poco, Enzo Ruotolo, classe 1975, originario di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, aveva trovato lavoro presso una ditta di manutenzione stradale, non della zona. Le accuse di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata fanno di lui uno dei vertici del potere camorristico sul territorio dell'Agro Maddalonese - Sanfeliciano. Insieme al 43enne che si "appoggiava" a Orvieto, attualmente rinchiuso dietro le sbarre del carcere di Terni a seguito dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, sono finite in manette altre quattro persone. Tre uomini: Vincenzo Carfora detto "o' cantante", 49 anni, di Forchia, Vincenzo Barbato Iannucci detto "Enzuccio", 42 anni, di Castelvenere, Michele Lettieri detto "o' napulitano", 54 anni, residente a Pignataro Maggiore. E una donna di San Felice a Cancello: Giovannina Sgambato, 68 anni, detta "a sparatora", "a vecchiarella", "a signora". Un'operazione vasta, quella condotta dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni, che ha coinvolto anche il Comando provinciale della Guardia di finanza di Benevento e, sul territorio umbro, una decina di militari della Compagnia di Orvieto, guidata dal tenente Giuseppe Viviano, per circoscrivere l'area e trarre in arresto il camorrista casertano, individuato a seguito di una complessa opera investigativa coordinata dal sostituto procuratore Luigi Ladolfi. Indagini, quelle avviate a settembre 2015, passate per "un mirato e stringente monitoraggio intercettivo, sia telefonico che ambientale, integrato e implementato da aderenti servizi di osservazione dinamica, ma anche da verifiche, controlli, perquisizioni e/o ispezioni" che hanno consentito di individuare l'organizzazione camorristica attiva sia nel Casertano, nei Comuni di San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico in particolare, e in alcuni Comuni della Valle Caudina, quale Forchia, Arpaia e Paolisi, costola dello storico clan Massaro. Sono state così ricostruite "diverse attività estorsive in danno di imprenditori e operatori commerciali, poste in essere dagli indagati avvalendosi della forza intimidatrice e della condizione di assoggettamento e omertà derivante dalla partecipazione, per l'appunto, alla compagine camorristica". ◀