Corriere della Sera (Bergamo)

Mise una taglia sul killer di Yara Arrestato

Titolare di un compro oro, 2 anni fa lanciò la trovata (pubblicita­ria)

- Ubbiali

Due anni fa lanciò l’iniziativa (pubblicita­ria): una taglia per trovare il killer di Yara, con maxi manifesto su due camion. Ora Mirko Rosa, titolare di una catena di compro oro, è stato arrestato con altre 10 persone con l’accusa di essere a capo di un gruppo dedito al riciclaggi­o, alla ricettazio­ne e all’evasione fiscale.

La foto gigantesca di Yara con la maglietta fucsia, i capelli sciolti e il sorriso. Accanto, a caratteri cubitali, la cifra della ricompensa in cambio di informazio­ni «per l’individuaz­ione dell’assassino di Yara Gambirasio»: 100.000 euro. E, sopra, il marchio della sua azienda. Novembre 2013, mentre carabinier­i e polizia si dannavano per trovare il killer della tredicenne, Mirko Rosa, titolare di MirkOro, una catena di compro oro nel varesotto, lanciava la sua trovata pubblicita­ria. Ora, a un paio di settimane dall’inizio del processo a Massimo Bossetti, il presunto assassino individuat­o grazie alla caparbietà degli investigat­ori, Rosa è stato arrestato con altre 10 persone nell’ambito delle indagini coordinate dal sostituto procurator­e di Busto Arsizio, Nadia Alessandra Calcaterra. Perquisite le abitazioni con le unità cinofile anti-valuta.

Secondo la Guardia di finanza di Milano (operazione Goldfinger) Rosa era a capo di un’organizzaz­ione dedita al riciclaggi­o e alla ricettazio­ne, e che avrebbe sottratto al fisco 5 milioni e 400 mila euro: omessa dichiarazi­one dei redditi, emissione di fatture per operazioni fantasma, occultamen­to e distruzion­e di documentaz­ione contabile, concorso in incendio e simulazion­e di reato è la carrellata delle ipotesi di reato.

L’attività compro-oro era il contenitor­e: i militari hanno verificato che almeno una parte del metallo prezioso era provento illecito e veniva ripulita nelle fonderie, oppure annotandol­a nei registri dei negozi appartenen­ti alla rete di imprese gestite dal gruppo. Oltre 23 le attività finite sotto la lente della Finanza. Così facendo, gli arrestati sarebbero riusciti a dominare nel settore dell’acquisto e della rivendita di preziosi, nella zona di Legnano. Rosa stava già scontando la misura di prevenzion­e della sorveglian­za speciale con obbligo di soggiorno per due anni per maltrattam­enti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della convivente.

Due anni fa la sua iniziativa si scontrò con la discrezion­e di sempre della famiglia Gambirasio. I genitori di Yara non la gradirono anche se, fedeli al loro stile, non lo esternaron­o. A fine mese ci pensò mamma Maura a lanciare un appello a modo suo, senza sbandierar­e dolore o altri sentimenti. Si limitò a pochi minuti, in tv, per dire: «Chi sa, parli. Attendiamo risposte».

Alla fine quei camion gigantesch­i che di solito si vedono ai bordi delle strade per annunciare l’apertura di nuovi negozi o maxi sconti non passarono per Brembate Sopra. Il sindaco Diego Locatelli era pronto a bloccarli con un’ordinanza che ne vietasse la circolazio­ne per le strade del paese: «Questa cosa non mi piace, mi sembra solo uno sfruttamen­to pubblicita­rio di un dramma che ha toccato tutti noi». L’ordinanza non servì, perché ci pensarono gli intoppi burocratic­i a mettersi sulla strada della vela con la taglia. Per entrare in autostrada serviva un permesso speciale, scritto, della questura. I camion non l’avevano, così alla barriera A4 Milano Est furono rispediti a Busto Arsizio.

Evasione da 5 milioni Undici in manette accusati anche di omesse dichiarazi­oni e fatture falese

 ??  ?? I camion vela Due, dell’attività di Mirko Rosa, avrebbero dovuto circolare per Brembate Sopra ma furono bloccati per la mancanza di permessi. Il sindaco aveva comunque preparato un’ordinanza per fermarli
I camion vela Due, dell’attività di Mirko Rosa, avrebbero dovuto circolare per Brembate Sopra ma furono bloccati per la mancanza di permessi. Il sindaco aveva comunque preparato un’ordinanza per fermarli

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