Corriere della Sera (Bergamo)

Da Pontida parte la sfida per il governo «Al Sud per vincere»

- Pietro Tosca

Il Sole delle Alpi (Manzoni/ Fotogramma), uno dei simboli del raduno di Pontida della Lega Nord, composto da 500 sostenitor­i dei lumbard. Un omaggio al segretario federale Matteo Salvini: «Puntiamo a Roma, ma senza cambiare pelle».

Se c’è una metafora esatta della Pontida 2015 e della nuova era della Lega è il grande Sole delle Alpi disegnato nel prato ieri pomeriggio. All’inizio fatica a formarsi. Quando arriva il segretario Matteo Salvini, che non a caso si posiziona nel centro esatto, però esplode di gioia all’unisono. E da Salvini è partita la rinascita leghista. Tutto ruota intorno a lui e tutto parte dalla sua opera di predicazio­ne, dalle parole d’ordine che lancia, dal suo «dono dell’ubiquità». Qui però è nell’ombelico del mondo leghista. «Qui è tutto perfetto», dicono i leghisti. Questa è la terra promessa del popolo padano.

Lui sorride, scuote la testa e riparte. Perché neanche a Pontida si ferma un attimo. Si sposta da un lato all’altro del pratone. Come una rock star si concede a tutti per una foto, un abbraccio. Accetta il regalo di un vecchio militante, firma magliette e autografi senza sosta. Quando i selfie non bastano più si passa alle foto di gruppo.

Poi c’è l’omaggio alla ruspa. Anche qui foto di rito e poi giù di nuovo per un altro bagno di folla. Si cambia la maglietta e riparte ancora a visitare gli stand delle varie sezioni. Gli mostrano la piscina dove i giovani si tuffano e bevono amaro e non si tira indietro. Posa con un ragazzo in mimetica che sventola la bandiera russa.

Questa è Pontida. E se lo stato di salute del partito si misura dal tasso di riempiment­o del prato, già ieri c’erano segnali che lo facevano gongolare. Quando gli si chiede come definirebb­e l’edizione 2015, Salvini non ha dubbi: «È la Pontida che lancia la strada per vincere e governare l’Italia per cambiare l’Europa — dice il segretario

Coreografi­a Oggi il raduno del Carroccio. Ieri in 500 sul prato per comporre il Sole delle Alpi

—. Qua al Nord abbiamo già cominciato a vincere, adesso tocca a Roma». Ai militanti di vecchia data che ancora storcono il naso per l’alleanza con gruppi del Sud replica senza battere ciglio: «L’apertura al Sud di buona volontà è fondamenta­le — dice Salvini —. Per vincere devi prendere un voto più degli altri ma senza cambiare pelle. Ce la possiamo fare». Ma rispetto a due anni fa quando era il momento più dif- ficile della Lega cos’è cambiato? Risposta: «È arrivata una marea di voti e di gente e poi le battaglie a livello di Europa che fortunatam­ente si fanno sempre più forti». Voti che hanno riempito il Carroccio e dato grattacapi all’altro Matteo (Renzi) della politica italiana che dopo le elezioni europee sembrava inarrestab­ile.

Uno dei volti simbolo del governo Renzi ieri, il ministro Maria Elena Boschi, ieri era a Torre Boldone alla Festa democratic­a. «È andata a parlare di riforme — attacca Salvini —. Io a lei non ho niente da dire. Le diranno qualcosa gli esodati di Torre Boldone. Un governo che non si occupa di lavoro, è un governo che non merita risposte». Il segretario invece le parole le trova per il presidente della Camera Laura Boldrini che ieri aveva già preso di mira a Milano durante il congresso federale per la frase che «la vera emergenza immigrazio­ne non è in Italia ma nel Mediterran­eo». Dopo il «è da ricovero» della mattina Salvini da Pontida rincara la dose: «Una che dice che possiamo ospitarne di più vive su un altro pianeta e non vive a contatto con la realtà che vivono gli italiani».

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