Treni-sauna prossima fermata bikini
difficile non riconoscere alle donne un senso pratico superiore. I rapporti causa effetto che per l’uomo sono oggetto di elaborazioni tortuose, nella mente femminile si risolvono in atti di assoluta consequenzialità. La differenza si fa evidente in questo periodo dell’anno. Attorno al solstizio d’estate, da una parte c’è lui che amorevole vorrebbe porre al sicuro lane, vigogne, flanelle per traghettarle almeno all’inverno successivo. Dall’altra c’è lei che al grido «dal cassetto al cassonetto» non vede l’ora di fulminare tutto. Sono abiti mentali e non solo mentali. Nel Sahara gli uomini blu difendono il loro guardaroba dalla furia muliebre celebrando la lana come miglior protezione contro il caldo. E in Padania gli uomini grigi non si separano dal capo spalla nemmeno a Ferragosto per evitare che finisca alla Caritas. Apposta per loro e per la loro pace interiore è stato inventato un tessuto che senza sprezzo del ridicolo è stato chiamato fresco lana. Quanto sia fresco lo si vede ogni mattina sulle carrozze di Trenord prive di climatizzazione, con finestrini a tenuta stagna per non disperdere il tepore tropicale e non corrompere i livelli d’umidità amazzonica con un refolo d’afa padana. Poveri uomini. La pezzatura ascellare dilaga sulla schiena con arabeschi tipo quelli mostrati dagli psicologi per sapere cosa ci vedi e quindi capire se pensi sempre alla stessa cosa. I pantaloni s’incollano come leggings e nel passaggio dalla posizione seduta alla stazione eretta restano sospesi sotto il ginocchio nel classico taglio alla zuava. Le donne no. In questa stagione fa caldo e loro si spogliano. L’effetto Sorte (l’assessore che non si decide a mettere i treni nuovi) provoca il surriscaldamento delle carrozze e loro si spogliano ancora di più. Prossima fermata bikini.