La vecchia statale deserta Affari a picco per i negozi
I commercianti dei paesi: abbiamo perso fino al 60%
Se per il resto della Bassa lo sviluppo portato dall’autostrada è un sogno che ancora si deve avverare, per loro l’apertura dell’A35 è diventata un incubo. Sono le attività commerciali posizionate lungo la vecchia Statale Padana Superiore 11 nei comuni di Isso e di Fara Olivana con Sola. Piccoli paesi che avevano un forte traffico d’attraversamento e per questo erano stati scelti come sede da autosaloni e showroom di mobili.
L’arrivo della Brebemi invece ha cambiato tutto. L’autostrada insieme all’Alta velocità, infatti, ha portato alle amministrazioni comunali i fondi per realizzare le tangenziali. Risorse che i comuni da soli non avrebbero mai avuto. A Fara Olivana ha provveduto direttamente Brebemi a costruire il nuovo raccordo che è stato aperto nell’estate del 2014. A Isso invece la tangenziale è stata inaugurata a giugno. Nessuno dei due centri però ha finora emanato un’ordinanza per obbligare i mezzi pesanti a usare le nuove arterie. Perché se il traffico è fonte di pericolo e disagio per i residenti è essenziale per negozi e supermercati.
«All’inizio è stata davvero dura — racconta Ludovico Leonardo, titolare da 10 anni del distributore Esso di Isso —. Nel luglio del 2014, in pochi giorni è sparito il 60% della clientela. Dopo un anno la situazione si è assestata a un calo del 30%. In un periodo già difficile, è stata una mazzata».
Ancora peggio vanno le cose alla concessionaria dei fratelli Parati: «Una volta qui fuori passavano migliaia di auto, nelle ore di punta c’era sempre una coda chilometrica — racconta Arturo Parati che gestisce l’autosalone con Roberto Chiera —. Adesso invece provate a contarle. È il deserto, ne passeranno 4 o 5 l’ora. Siamo stati tagliati fuori. Quel traffico era essenziale per noi. Quando ero venuto via da Martinengo, avevo scelto appositamente questo punto per aprire l’attività. E pensare che, quando mi dissero che sarebbe arrivata l’autostrada con un casello poco distante, speravo per il meglio. Poi hanno realizzato la tangenziale senza coinvolgerci in alcun modo. Così siamo stati tagliati fuori. Anche i clienti che restano, fanno fatica a trovarci. In un anno abbiamo perso il 70% delle vendite. Chi mi paga i danni?».
Crisi nera anche per il mobilificio «Longhi arreda». «Ho costruito quest’esposizione con fatica — racconta il titolare Franco Longhi, 69anni —. Mi ero trasferito qui da Cortenuova proprio pensando di sfruttare il traffico di pendolari. Muratori, artigiani, piccoli imprenditori. Erano loro i miei clienti. Passavano la mattina andando al lavoro e davano un’ occhiata, poi sulla strada del ritorno si fermavano. Bisogna essere sinceri, le cose hanno cominciato ad andar male con la crisi economica quando l’edilizia si è fermata. Però Brebemi con la tangenziale ci ha dato la mazzata finale. Il comune potrebbe fare qualcosa, l’entrata in paese è mal segnalata e anche chi ci cerca non ci trova. Il problema grave poi è la perdita di valore delle proprietà. Anche a volerle vendere chi le compra oggi?».
Una situazione che ora anche i commercianti della vicina Sola di Fara Olivana cominciano a vivere. Per questo sono allarmati. «I primi giorni con la tangenziale sono stati durissimi — spiega Simone Valerani dello Svegliotto Bar —. Abbiamo perso circa il 50% della clientela. Era tutto traffico d’attraversamento. La gente segue le indicazioni e si trova sulla strada nuova. Mi auguro veramente che il comune non faccia un’ordinanza per impedire il transito dei mezzi pesanti sulla vecchia statale perché per noi questa eventualità vorrebbe dire la morte».
«Non ne ho ancora risentito — chiarisce Tiberio Rossini, dell’Hotel Regina a Sola di Fara Olivana — ma sono convinto che gli effetti della nuova viabilità ci saranno. Il problema è che Brebemi è arrivata tardi, 30 o 20 anni fa sarebbe stata un successo e avrebbe portato lavoro a tutti, ora ha sconquassato il territorio ma a che pro non si capisce. Rispetto a Isso, la tangenziale di Fara Olivana allunga il percorso di parecchio e quindi chi conosce la strada non la prende. Certo ci sarà da capire cosa accadrà se decideranno di chiudere il centro ai mezzi pesanti».