Pronto il museo per i reperti emersi dal cantiere
Pagazzano, «realtà aumentata» ed effetti 3D nell’esposizione che sarà inaugurata domani
Il museo è archeologico ma la guida sarà virtuale. Sarà la «realtà aumentata» (cioè più livelli informativi sovrapposti attraverso immagini a due e tre dimensioni su video o smartphone) a illustrare i reperti storici scoperti lungo il tracciato della Brebemi, e che da domani saranno esposti nel nuovo museo realizzato nel castello di Pagazzano. Più di uno tra i Comuni interessati dall’autostrada aveva fatto un pensierino a dare ospitalità ai reperti. Caravaggio non ha mai nascosto di avere un interesse particolare, mentre a lavori ancora in corso si era parlato di un «Museo Brebemi» a Treviglio, di una «Fondazione Brebemi» da donare alla Regione e addirittura della dislocazione dei preziosi ritrovamenti negli autogrill che prima o poi saranno realizzati lungo la A35. L’ha infine spuntata Pagazzano: duemila abitanti, un maniero che ben si presta all’esposizione e un progetto che ha ottenuto un finanziamento regionale di 300 mila euro (attraverso il bando per la valorizzazione del patrimonio culturale in vista di Expo), cui si aggiungono altri 200 mila messi da Brebemi. E domani alle 15 si potrà così inaugurare il «Museo Archeologico Grandi Opere». Per l’impianto museale si punta sull’effetto-sorpresa ma qualche dettaglio trapela: «Si trova al piano terra dei locali della corte rustica del castello — spiega Lidia Villa, responsabile dell’ufficio tecnico comunale e coordinatrice dei lavori di allestimento espositivo -—. Non si può parlare di un numero preciso e immodificabile di pezzi in quanto il museo è improntato su un concetto di rotazione dei reperti, che saranno esposti in funzione dei restauri. La narrazione della storia del territorio dalla preistoria all’età longobarda si muove attraverso l’utilizzo di sistemi multimediali e interattivi».
Dal secondo secolo avanti Cristo passando per l’età romana di Augusto, all’alto Medioevo e l’epoca longobarda, sono numerosi i ritrovamenti di pregio. A Caravaggio, ad esempio, è emersa una situla (secchio) in bronzo decorato a sbalzo e cesello risalente al quinto secolo avanti Cristo: è un oggetto di cui sono stati trovati solo cinque esemplari in Lombardia. Spicca poi la grande necropoli di età longobarda rinvenuta a Fara Olivana: 39 adulti, 12 bambini e 51 resti ancora da determinare. Il reperto più singolare è una piccola sfera di cristallo di due centimetri di diametro scoperta in una tomba femminile, e che si pensa fosse un amuleto, sorta di sfera da indovino ante litteram.