Corriere della Sera (Bergamo)

Black out de Roon Gomez e Grassi per consolarsi

Il dopo Napoli: resta una classifica più che positiva

- Losapio

L’Atalanta torna con i piedi per terra dopo due sconfitte consecutiv­e. E se quella con il Chievo non era preventiva­bile, ma giusta, al contrario quella con il Napoli è apparsa uno spreco di occasioni, in una gara che vedeva la truppa di Edy Reja ovviamente sfavorita.

Non sfortuna, ma errori dovuti all’ingenuità di chi, almeno finora, con la sua freschezza aveva trascinato i nerazzurri. Marten de Roon è l’uomo del giorno, contro i partenopei, ma non nella maniera auspicata. Perché il fallo di mano che porta al rigore con cui Marek Hamsik sblocca il match è una pazzia che potrebbe far pensare male. Pensieri fuori luogo per chi, nelle ultime settimane, era stato avvicinato addirittur­a a Glenn Peter Stromberg. Per quel fallo non è stato nemmeno ammonito, perché su una palla del tutto innocua. Poi l’olandese, sempre sugli sviluppi di un corner, ha lasciato quei cinquanta centimetri di troppo a Gonzalo Higuain: due a uno e partita virtualmen­te chiusa.

L’altro lato negativo, a parte la decima espulsione stagionale con Paletta che avrebbe fatto bene a lasciar tirare Mertens (gara già chiusa a pochissimo dal termine, rigore più espulsione solari, squalifica per la prossima), è stata l’evanescenz­a di Maxi Moralez, timido rispetto ai suoi standard: ha avuto la possibilit­à di portare avanti l’Atalanta nel primo tempo, si è allungato troppo il pallone. Poi si è spento gradualmen­te. Per il mercato, poi, sarebbe consono acquistare un terzino di livello: non che Bellini, Raimondi o Masiello abbiano demeritato in questi primi mesi, ma certo è uno dei punti deboli (Insigne ci è andato a nozze) di una retroguard­ia troppo spesso orfana di Toloi.

La classifica ora vede l’Atalanta a più dieci sulla zona rossa, a meno quattro da quella Europa, aspettando il Sassuolo che ha una partita in meno. Il primo tempo, d’altro canto, è stato di livello. Perché Alejandro Gomez ha folleggiat­o come al suo solito sulla sinistra (stupenda l’azione del suo gol nella ripresa), German Denis riusciva a proteggere palla e ispirare i compagni d’attacco, Luca Cigarini è sembrato a suo agio nella posizione di mezz’ala, occupata più per necessità virtù che non per reali caratteris­tiche tecniche. Il migliore in campo è stato comunque Alberto Grassi, giocatore di categoria superiore e che presto vedrà le proprie prestazion­i incuriosir­e squadre di altissimo lignaggio. Forse meno tecnico di Daniele Baselli, per paragonarl­o a un altro giovane del recente passato ora esploso al Torino, ma psicologic­amente più maturo, con alcuni bei cambi di campo che hanno pescato l’ala. Tanta corsa e un paio di conclusion­i verso la porta: mira da aggiustare ma la strada è quella buona. Così, dopo 17 giornate i punti sono 24, a meno 16 da una salvezza per la quale potrebbero bastarne anche 35, come negli anni precedenti. E non si può dire che l’Atalanta non possa passare un buon Natale. Anche se, quasi certamente, le speranze europee dovranno aspettare un’altra stagione.

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