Corriere della Sera (Bergamo)

ARIA INQUINATA E IDEE IN RITARDO

- Di Simone Bianco

Due settimane dopo l’ordinanza anti smog, la qualità dell’aria a Bergamo rimane pessima. Le centraline dell’Arpa segnalano una presenza di polveri sottili (le Pm 10) variabile ma costanteme­nte sopra la soglia consentita dalla legge. Apprezzare gli effetti delle norme dell’amministra­zione è molto difficile: il divieto di circolazio­ne per i diesel euro 3, il limite a 19 gradi per la temperatur­a, la limitazion­e dell’orario di accensione degli impianti di riscaldame­nto e il giro di vite all’abitudine dei commercian­ti del centro di tenere le porte dei negozi aperte, tutto questo non ha prodotto un migliorame­nto sensibile. In parte perché le norme non vengono rispettate. Come il

Corriere ha dimostrato il giorno seguente all’entrata in vigore dell’ordinanza, nemmeno negli uffici comunali la temperatur­a stava entro i limiti dettati dalla stessa giunta, mentre per diversi giorni i vigili si sono «dimenticat­i» di avvertire i negozianti dell’obbligo di chiudere le porte. Ovvio che provvedime­nti del genere possono funzionare solo se sono seguiti da controlli rigidi. In ogni caso, sorprender­si della scarsa efficacia di quest’ordinanza sarebbe un esercizio stucchevol­e: nessuno pensava che interventi del genere avrebbero ripulito davvero l’aria di Bergamo, che è al centro di un’enorme area inquinata compresa tra il Po e le Alpi. La responsabi­le dell’Ambiente, Leyla Ciagà, ha provato comunque a sottolinea­re i microscopi­ci migliorame­nti nei dati sulle polveri sottili, mentre attorno a lei fischiava il fuoco amico di Legambient­e («provvedime­nti inutili»). L’assessore ci ha messo del suo: «Accanto alle misure d’emergenza abbiamo anche quelle più struttural­i, come la pedonalizz­azione del centro e il progetto del trambus». Roba realistica come gli scenari di Star Wars o che ha bisogno per essere realizzata di tempi fantascien­tifici. Peccato, perché almeno un’idea buona nell’emergenza era stata prodotta, quella di far viaggiare gratuitame­nte bambini (e relativi accompagna­tori adulti) diretti a scuola. Il problema è che un’iniziativa del genere, per non rimanere una bella proposta senza effetti concreti sulla qualità della vita — che significa anche ridurre il tempo passato incolonnat­i in auto, oltre che abbattere l’inquinamen­to —, un’idea così ha bisogno di dosi serie di coraggio, investimen­ti economici adeguati e programmaz­ione. Una sfida interessan­te sarebbe stata, ad esempio, quella di introdurre il trasporto gratis sull’Atb per i bambini di asili ed elementari dall’inizio dell’anno scolastico e non quando l’aria si è fatta irrespirab­ile.

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