Profughi, uno sportello in città contro le lungaggini
Si occuperà di analizzare le richieste d’asilo, per le quali oggi si aspettano in media 545 giorni
Per i richiedenti asilo si profila un taglio dei tempi d’attesa. A Bergamo sta per aprire una sezione della commissione che analizza le richieste e formula il responso. Finora i profughi accolti a Bergamo dovevano far riferimento alla commissione istituita a Brescia dove, in 2 anni, su 2.500 fascicoli ne sono stati chiusi solo 300.
Liste d’attesa lunghe 545 giorni, centinaia di persone che aspettano, elenchi che si allungano ogni giorno: la situazione dei richiedenti asilo politico è molto complicata. Ma a Bergamo sta finalmente per aprire una nuova sezione della commissione che analizza le loro richieste, e in questo modo tante persone riusciranno a conoscere il loro destino in tempi più brevi.
Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale sono poche: all’inizio erano dieci, con una sola, a Milano, per tutta la Lombardia. In maggio erano state raddoppiate, con l’apertura di una sezione a Brescia, ma la decisione aveva avuto l’effetto collaterale di rallentare ulteriormente i tempi, perché gli elenchi di Milano erano stati azzerati e si era dovuto ricominciare da capo. Senza contare che nell’ufficio bresciano sono impegnati due dirigenti della questura di Bergamo, che per due giorni la settimana devono lasciare in sospeso il lavoro ordinario. Nel frattempo la pila delle pratiche è sempre più alta: su 2.500 profughi transitati in provincia di Bergamo negli ultimi due anni sono state esaminate solo 300 pratiche, e dei 1.300 migranti presenti in questo momento un migliaio è in attesa di risposta.
Per questo chi si occupa del problema chiede da tempo l’apertura di una sezione a Bergamo. Si sono fatti carico del problema i parlamentari Elena Carnevali, Beppe Guerini, Pia Locatelli e Gregorio Fontana, membri della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, che, ottenuta la disponibilità della prefettura, ha presentato la richiesta al ministero degli Interni. E nei giorni scorsi il ministro Alfano ha firmato il relativo decreto. Ne servirà un secondo per i membri del nuovo organismo, che sarà formalmente una sezione della commissione di Brescia: avrà un rappresentante della prefettura, uno della questura, uno dell’Anci e uno dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Gli uffici saranno aperti in gennaio nell’area del Palazzo della Libertà che ha l’ingresso da via Zelasco. Prima si smaltiranno le pratiche bergamasche per poi passare alle altre province. «Mi sono adoperata molto per arrivare a questo risultato, per il quale ringrazio la disponibilità della prefettura — commenta Elena Carnevali —. Molta gente potrà avere un’idea del proprio destino senza restare tanto tempo nel limbo e lo Stato potrà calibrare meglio le proprie risorse».