Qualità della vita Bergamo scala la classifica
Graduatoria del Sole 24 ore: sale dal 41° al 24° posto, ma resta all’80° per sicurezza
Nell’annuale classifica del «Sole 24 ore» sugli indici che misurano la qualità della vita Bergamo si piazza al 24° posto. Nel 2014 era al 41°. L’indice più negativo riguarda la sicurezza: Bergamo rimane all’80° posto, all’88° per furti e rapine.
Migliora la qualità della vita a Bergamo. Almeno secondo l’annuale ricerca stilata dal Sole 24 ore: in una classifica guidata da Bolzano e chiusa al 110° posto da Reggio Calabria, Bergamo è al gradino 24, cioè 17 posti più in alto di un anno fa.
È migliorata la sicurezza, anche se la città resta all’80° posto: partendo dalle città con più reati, Bergamo è al 65° per scippi e borseggi, 88° per furti in casa e rapine, 26° per estorsioni e 74° per frodi. È migliorato anche il tenore di vita: 31° posto (13° per valore prodotto pro capite, 35° per patrimonio delle famiglie, 25° per livello delle pensioni, 40° per acquisto dei beni durevoli, 22° per turismo all’esterno, ma 90° per valore delle case in posizione semicentrale). Bergamo guadagna posizioni anche per il tempo libero: è al 25° posto (5° per numero di cinema, 21° per sport, 39° per presenze agli spettacoli, 36° per turisti stranieri, ma 66° per librerie e 81° per ristoranti e bar).
Peggiora invece la situazione per affari e lavoro: 30° posto (93° per numero di imprese, 84° per giovani imprenditori, 53° per tasso di occupazione, 17° per propensione a investire, 19° per l’export). Il 12° posto per servizi, ambiente e salute è un calo rispetto a un anno fa: 63° per asili nido, 54° per velocità della giustizia, 10° per connessione web. Ma è al primo posto in italia per emigrazione ospedaliera: c’è, cioè, il più basso numero di persone che va a curarsi altrove.
«L’80° posto per la sicurezza non stupisce — commenta il leghista Alberto Ribolla —. La giunta non fa niente per l’ordine pubblico». «Siamo fra le cinque città con la crescita maggiore — replica il sindaco Giorgio Gori —. Ma per qualunque risultato, non è il caso di deprimersi o esaltarsi».