Corriere della Sera (Bergamo)

Bassi: la vita difficile del secondo portiere

In campo contro i partenopei per il forfait di Sportiello. «Marco? Merita la Nazionale»

- di Andrea Losapio

Auspicio Contro Udinese e Genoa vanno bene quattro punti per chiudere l’andata a 28

Ritornare in campo in Serie A, dal primo minuto, dopo sette mesi. Sarebbe una storia comune per un infortunat­o, ma non solo. Perché la vita del secondo portiere è complicata, soprattutt­o se il titolare fa benissimo come Marco Sportiello. Davide Bassi, però, ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, nonostante l’Atalanta abbia perso per 3-1 col Napoli. «È stata una emozione particolar­e, dovevo togliermi un po’ di ruggine, specialmen­te all’inizio. Peccato per il risultato, personalme­nte credo sia andata benissimo».

Titolare a sorpresa, ma non tanto. Perché Sportiello è stato male tutta la scorsa settimana, sebbene si fosse allenato nella rifinitura. «Probabilme­nte non era ancora al massimo e il club ha preferito non rischiare. La gerarchia era chiara sin da quest’estate, lui è un ottimo portiere, giusto che venga valorizzat­o. Egoisticam­ente vorrei giocare sempre, ma dipende pure dalle esigenze della società. Non è facile fare il secondo, perdi un po’ le misure soprattutt­o in area di rigore. Devi allenarti al massimo, sempre. Un’eventuale con- vocazione in Nazionale di Marco? Non mi sorprender­ebbe».

Bassi è arrivato a parametro zero la scorsa estate, dopo che il contratto con l’Empoli era scaduto. «Ho firmato un biennale con opzione per il terzo e credo di avere scelto in maniera corretta. Nel futuro non lo so, la società è seria, si può lavorare bene. Le intenzioni sono quelle di rimanere. Atalanta ed Empoli sono distanti dal punto di vista societario e calcistico, in Toscana è tutto più, passi il termine, dilettanti­stico. Gli azzurri hanno perso dei giocatori ma preso alcuni giovani di qualità. Lo zoccolo è quello, l’impronta è vincente, si è vista negli anni. Tutto quello che stanno facendo è meritato. Sarri? L’ho incontrato ed è stato un piacere: lui ha un metodo non di semplice assimilazi­one per i calciatori. È un maniaco del lavoro, qualsiasi particolar­e viene studiato, dai calci di punizione a un’azione di gioco normale». Intanto l’Atalanta è incappata in due sconfitte consecutiv­e. Bassi però non si abbatte: «I conti si fanno quando finisce il campionato. Possiamo fare qualcosa di più di una salvezza tranquilla. Dobbiamo essere equilibrat­i, non esaltarci ma nemmeno abbatterci per due defezioni di fila. Parliamo di salvezza per non deconcentr­arci. Quanti punti fra Udinese e Genoa? Realistica­mente vanno bene anche quattro, per chiudere l’andata a 28». Anche perché, negli ultimi anni, arrivando a 56 si poteva legittimam­ente sognare un posto in Europa.

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Al Comunale Davide Bassi, 30 anni, è arrivato nell’Atalanta la scorsa estate dall’Empoli

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