L’evaso e la poliziotta nel covo d’amore
Presi a Romano: lei lo aveva fatto scappare dal carcere di Zurigo. Forse diretti in Siria
La lattina aperta di Red Bull, due pacchetti di Marlboro rosse e due bottiglie d’acqua sono appoggiate sulla tovaglia con le farfalle colorate. È la stessa del video fai-da-te in cui lei dichiara amore a lui, e lui giura di essere innocente. Lei è Angela Magdici, 32 anni, poliziotta del carcere di Limmattal, Zurigo (Svizzera), e lui è Hassan Kiko, siriano, 27 anni, che lì stava scontando una pena di 4 anni per reati sessuali.
La polizia svizzera li cercava dalla notte dell’ 8 febbraio, quando lui è evaso, secondo l’accusa con la complicità di lei. I carabinieri del Ros di Milano guidati dal colonnello Paolo Storoni li hanno trovati all’alba, tra le 3.30 e le 4, eseguendo così il mandato di cattura internazionale. Da almeno un paio di settimane, il covo dell’evaso e della poliziotta era al settimo piano di uno stabile di nove, con 36 appartamenti abitati da arabi e slavi, in via Duca D’Aosta 37, a Romano di Lombardia. Quella tovaglia con le farfalle e la parete colorata confermano che erano lì come minimo dal 16 marzo. È la stessa Angela a indicare la data nel video pubblicato il 21 marzo dal sito «20 Minuten». A tratti in lacrime, si scusa con la sua famiglia ma non rinnega il suo Hassan: «L’uomo della mia vita». La vicenda, per ora, fa pensare a una fuga d’amore. Ma alcuni dettagli rivelati dal marito della poliziotta agli agenti svizzeri inquietano. Primo fra tutti il fatto che lei — dice lui — si stesse avvicinando all’Islam.
Sulla porta dell’appartamento ci sono ancora i segni del blitz. I carabinieri, 40 in azione, l’hanno dovuta sfondare. I due hanno fatto di tutto per non consegnarsi. Sono serviti quattro uomini per bloccare la poliziotta. Lui, fisico possente, ha un tatuaggio da guerriero lungo tutto il braccio destro; lei, lunghi capelli biondi e occhi blu, ha la forza di una combattente grazie agli allenamenti di arti marziali (anche lui è un esperto). Sul suo profilo Facebook, la poliziotta ha alcune foto in cui indossa i guantoni di kick boxing. Alla fine si sono dovuti arrendere e abbandonare il covo con le scritte in arabo, che i carabinieri stanno decifrando, sulle pareti gialle del corridoio e su quella rossa dietro al letto, disfatto, a conferma che il blitz ha davvero colto di sorpresa Hassan e Angela. Per non attirare l’attenzione, parcheggiavano la macchina di lei lontano da casa e in una stanza avevano accumulato la spazzatura per non uscire.
Avevano una valigia pronta, segnale che volevano ripartire. Forse proprio il Medio Oriente, la Siria. I soldi, però, stavano per finire. I due avevamo addosso solo 500 euro. Un amico aveva spedito del denaro via money transfer su un conto aperto con un nome falso. Il siriano era andato a ritirarli, a uno sportello di Romano, ma gli erano stati negati perché si era presentato con il proprio documento, vero. I due fuggitivi avranno anche fatto di tutto per nascondersi, ma sono state le loro stesse mosse a tradirli. Come quando Hassan, alla stazione di Romano, ha trovato un tunisino (ignaro di tutto) che per solidarietà gli ha regalato una sim telefonica. È così che si è «accesa» la prima traccia: i due erano in Italia. Lui contattava alcuni conoscenti in Austria e in Germania e le forze dell’ordine stringevano il cerchio. Poi da quel video, i carabinieri hanno studiato la casa. Le indagini hanno fatto centro. «C’è stato un proficuo scambio di notizie con la Svizzera — tiene a dire il colonnello —. Vorrei inoltre assicurare ai cittadini che abbiamo intensificato i controlli sugli stranieri». Arrivare ai due non è stato semplice. È servito anche uno stratagemma. I carabinieri hanno cominciato a suonare tutti i campanelli e a bussare a tutte le porte non solo del «grattacielo», il palazzo più alto di Romano, ma anche delle ville intorno. C’erano anche i vigili del fuoco: «Ci è stata segnalata una fuga di gas», dicevano ai residenti per entrare a verificare. Conoscevano il covo dei due fuggiaschi, ma non erano certi che fossero lì. Uscire allo scoperto senza fare centro avrebbe messo a rischio le indagini. Invece centro è stato fatto. I vicini di pianerottolo cadono dalle nuvole. «Non li ho mai visti – spiega un albanese — qui va e viene un sacco di gente. Certo stanotte sono stato svegliato»”. «C’è stato un bel trambusto — racconta un’altra vicina rumena —, abbiamo sentito, ma non ci siamo affacciati per paura. Quella coppia era un mistero. Viveva qui da qualche settimana, ma non li vedeva nessuno e non uscivano mai di casa».
Il money transfer Un amico ha spedito soldi ma a un nome falso, quindi i due non li hanno potuti ritirare