Corriere della Sera (Bergamo)

E Salvini invitò il ribelle D’Alema alla Bèrghem fest

- Di Pietro Tosca

Matteo Salvini invita Massimo D’Alema alla Bèrghem fest per parlare del no al referendum sulla riforma costituzio­nale. Ma l’ex segretario del Pd declina: «Una cosa spiritosa, apprezzo l’invito ma cercherò di parlarne alle feste dell’Unità».

Non ci saranno Matteo Salvini e Massimo D’Alema insieme sul palco della Bèrghem fest di Alzano, per dire «no» al referendum sulla riforma costituzio­nale di Matteo Renzi. L’invito partito ieri mattina dal segretario del Carroccio è stato apprezzato, ma gentilment­e respinto. Nella politica 2.0 in cui tutto è fluido e ogni alchimia sembra possibile, ogni tanto si scopre che ci sono ancora dei confini insuperabi­li. Così sfuma nell’arco alcune ore l’idea lanciata da Salvini di mescolare gli opposti per raggiunger­e un obiettivo condiviso. Il leader del Carroccio si era offerto di dare asilo a D’Alema nella kermesse che la Lega organizza ad Alzano ogni settembre e che quest’anno sarà imperniata sulla campagna contro il referendum. Un diritto di tribuna quello offerto all’ex presidente del Consiglio dopo che lui stesso si era lamentato durante la trasmissio­ne «In onda» che «alle feste dell’Unità viene invitato solo per parlare di politica estera ma non di referendum». Un ostracismo figlio della posizione fortemente critica assunta da D’Alema sulla riforma elettorale. «Zittiscono un politico che ha argomenti forti e posizioni interessan­ti? — interviene allora Salvini — Nessun problema, lo

Dopo lo sfogo in tivù L’ex segretario pd si era lamentato degli inviti solo per parlare di politica estera

invitiamo noi. Per la Lega è normale invitare alle proprie feste politici e persone vedono il mondo in maniera diversa dalla sua. Ne è una dimostrazi­one in questi giorni la Festa a Treviglio. Per questo motivo se il Pd mette il bavaglio a chi non la pensa come dice lui, noi proviamo a togliergli­elo. Non solo a D’Alema. La nostra festa è aperta a chiunque abbia voglia di confrontar­si. Avere D’Alema sul palco potrebbe essere stimolante. Su tante cose siamo lontani, ma concordiam­o che la modifica costituzio­nale è pasticciat­a e inutile». Così per qualche ora si è vagheggiat­o di un nuovo asse ma l’ex segretario del Pd spegne gli entusiasmi. «Apprezzo l’invito — dice pesando ogni parola —, lo trovo anche una cosa spiritosa, ma non penso di poterlo raccoglier­e. Mi sforzerò di dire le cose che devo dire alle feste dell’Unità. Penso che ognuno farà le sue battaglie. Magari ci sarà qualche altra occasione per scambiarsi delle opinioni con un confronto che però comprenda tutti, anche quelli che sono per il sì. Quello che non trovo giusto in questa riforma è che non si sia compiuto uno sforzo adeguato su riforme che dovrebbero essere condivise. E non mi riferisco solo a un testo confuso e controprod­ucente ma ai principi. Il lavoro è stato condotto male ricercando non le cose che uniscono».

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Divisi Matteo Salvini ha invitato Massimo D’Alema sul palco di Alzano ma lui ha gentilment­e declinato

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