E Salvini invitò il ribelle D’Alema alla Bèrghem fest
Matteo Salvini invita Massimo D’Alema alla Bèrghem fest per parlare del no al referendum sulla riforma costituzionale. Ma l’ex segretario del Pd declina: «Una cosa spiritosa, apprezzo l’invito ma cercherò di parlarne alle feste dell’Unità».
Non ci saranno Matteo Salvini e Massimo D’Alema insieme sul palco della Bèrghem fest di Alzano, per dire «no» al referendum sulla riforma costituzionale di Matteo Renzi. L’invito partito ieri mattina dal segretario del Carroccio è stato apprezzato, ma gentilmente respinto. Nella politica 2.0 in cui tutto è fluido e ogni alchimia sembra possibile, ogni tanto si scopre che ci sono ancora dei confini insuperabili. Così sfuma nell’arco alcune ore l’idea lanciata da Salvini di mescolare gli opposti per raggiungere un obiettivo condiviso. Il leader del Carroccio si era offerto di dare asilo a D’Alema nella kermesse che la Lega organizza ad Alzano ogni settembre e che quest’anno sarà imperniata sulla campagna contro il referendum. Un diritto di tribuna quello offerto all’ex presidente del Consiglio dopo che lui stesso si era lamentato durante la trasmissione «In onda» che «alle feste dell’Unità viene invitato solo per parlare di politica estera ma non di referendum». Un ostracismo figlio della posizione fortemente critica assunta da D’Alema sulla riforma elettorale. «Zittiscono un politico che ha argomenti forti e posizioni interessanti? — interviene allora Salvini — Nessun problema, lo
Dopo lo sfogo in tivù L’ex segretario pd si era lamentato degli inviti solo per parlare di politica estera
invitiamo noi. Per la Lega è normale invitare alle proprie feste politici e persone vedono il mondo in maniera diversa dalla sua. Ne è una dimostrazione in questi giorni la Festa a Treviglio. Per questo motivo se il Pd mette il bavaglio a chi non la pensa come dice lui, noi proviamo a toglierglielo. Non solo a D’Alema. La nostra festa è aperta a chiunque abbia voglia di confrontarsi. Avere D’Alema sul palco potrebbe essere stimolante. Su tante cose siamo lontani, ma concordiamo che la modifica costituzionale è pasticciata e inutile». Così per qualche ora si è vagheggiato di un nuovo asse ma l’ex segretario del Pd spegne gli entusiasmi. «Apprezzo l’invito — dice pesando ogni parola —, lo trovo anche una cosa spiritosa, ma non penso di poterlo raccogliere. Mi sforzerò di dire le cose che devo dire alle feste dell’Unità. Penso che ognuno farà le sue battaglie. Magari ci sarà qualche altra occasione per scambiarsi delle opinioni con un confronto che però comprenda tutti, anche quelli che sono per il sì. Quello che non trovo giusto in questa riforma è che non si sia compiuto uno sforzo adeguato su riforme che dovrebbero essere condivise. E non mi riferisco solo a un testo confuso e controproducente ma ai principi. Il lavoro è stato condotto male ricercando non le cose che uniscono».