«Pioggia e fulmini, poi il boato»
Un testimone: ho pensato a un attentato. E un altro: temevo che il cargo finisse sul casello dell’A4 Traffico impazzito, scalo chiuso per un’ora e mezza. Due enormi gru hanno spostato la carcassa
Un boeing della compagnia ungherese Asl Airlines è uscito di pista ieri alle 4.07, mentre stava atterrando a Orio. L’aereo trasportava merce per conto di Dhl. Gli unici feriti sono il pilota e l’assistente di volo, scesi dalla cabina dopo che il cargo si è fermato in mezzo alla Cremasca. «C’era il temporale, ho sentito un boato e ho pensato a un attentato», racconta un cittadino che abita vicino al luogo dell’incidente. L’ex statale è rimasta chiusa tutta la giornata con pesanti ripercussioni sul traffico. Un’odissea per i viaggiatori raggiungere l’aeroporto.
Alle 4.07 il disastro è compiuto. La Cremasca è tagliata in due. Il cargo della Asl Airlines, targato Dhl, ha infilato il muso nel guardrail e parcheggiato le ali tra una corsia e l’altra dell’ex statale, con le poche auto di quell’ora che se lo ritrovano davanti. Scatta il protocollo di emergenza, le sirene rimbombano nel temporale. In quel momento Ottavio Pugliesi e Albert Cankaj non lo sanno, ma sono uno di fronte all’altro. Il primo esce sul balcone di casa, l’altro si affaccia a bordo pista. Il primo ha di fronte la punta dell’aereo e si immagina un attentato, l’altro cerca di scorgere la coda nel buio e ha già capito tutto.
Sono il cittadino che convive (forzatamente) con l’aeroporto e il dipendente che ci lavora. Pugliesi, calabrese di origine ma da trent’anni trapiantato a Bergamo, abita con moglie e tre figli in una villetta immersa nei prati di Campagnola. È l’ultima del quartiere e la più vicina al nuovo parcheggio del «Caravaggio». Tra la vegetazione s’intravede il tetto, saranno 200 metri da dove i vigili del fuoco ronzano intorno al bestione. «Ho sentito un boato, sono corso sul balcone e ho visto l’aero — racconta —. Ho avuto paura che mi entrasse in casa. Data la quantità di forze dell’ordine e con le notizie di questo periodo, ho subito pensato che si trattasse di un attentato. Poi abbiamo capito che cosa era successo. Mi chiedo dove sia la sicurezza dei voli, mi chiedo chi controlli la società che gestisce Orio». Pugliesi lo ripete davanti alle telecamere. Specifica l’indirizzo, che è via dei Prati, dove ieri mattina è stata dirottata la fetta di viaggiatori che si presentava a piedi alla rotonda dell’asse interurbano. È una strada sterrata, o meglio infangata, con pozze come piscine. «Ho passato la mattina a fare da autista — prova a scherzare Pugliesi —, c’erano gruppi di ragazzi con le valigie inzuppate che cercavano di raggiungere l’aeroporto a piedi, poveretti. Mia moglie che doveva andare al lavoro era rimasta bloccata in casa perché non lasciavano passare più nessuno».
E s’allontana dal punto dove ora cominciano a radunarsi i curiosi. È la distesa di sterpaglie che corre a fianco dell’ex statale 591, sul lato di via Zanica. Albert Cankaj ci arriva un attimo dopo. Ha sull’iPhone gli scatti sfocati dell’altra notte. È nato a Tirana, ma vive a Bergamo e si occupa del catering sui voli di Ryanair. «Ero di turno dalle 2 alle 6 ed ero appena sceso da un aereo — spiega —. Mi sono subito reso conto che qual cargo aveva qualcosa di anomalo. Sono undici anni che faccio questo mestiere e so bene dove avviene l’atterraggio, all’inizio della pista. Invece quell’aereo era più alto e andava avanti, piegandosi leggermente». Cankaj era con un collega: «Gli ho detto: “Quello va ad atterrare sul casello dell’autostrada”. Un attimo dopo abbiamo visto partire i vigili del fuoco, sapevo che era per quell’aereo. Pioveva fortissimo, mi chiedo perché autorizzare l’atterraggio con un tempo del genere».
Andrea Luini non è stato testimone dell’incidente, ma è responsabile Italia della «Noleggiare Srl», tra le società che utilizzano il parcheggio su cui l’aereo, dopo avere abbattuto le recinzioni, ha planato. «È soltanto un deposito — precisa —, nessuno dei viaggiatori passa da qui. Fortunatamente non c’erano dipendente a quell’ora e solo un paio di auto, ma di un’altra società, sono state danneggiate». Il cargo non le ha schiacciate perché gli stalli non sono allo stesso livello della pista, ma più bassi di circa tre metri. Dopo avere distrutto la recinzione, abbattuto la balaustra della pista ciclabile, ha planato sopra le macchine e si è fermato sulla Cremasca. «Diciamo che sono un po’ scosso», dice il sindaco di Orio Alessandro Colletta quando ancora è piena emergenza. Il paese è rimasto isolato per tutta la mattina. «In passato abbiamo sempre discusso della sicurezza dell’aeroporto — dichiara —, ma ora di fronte a quanto accaduto siamo decisamente preoccupati. Fortunatamente è successo alle 4 del mattino e non ci sono vittime. E fortunatamente il pilota è andato dritto. Avesse cambiato direzione, ci saremmo trovati l’aereo sulle case».